
Ma quante Gesce 2
Non sarà sufficiente un libro, anzi un tomo, per parlare compiutamente delle oltre quaranta chiese, presenti, sul territorio del nostro comune.
Per adattarlo al formato social, ho fatto solo un elenco, dei luoghi di culto, della nostra città, con le loro, a mio parere, peculiarità e qualche cenno storico, come fosse una guida, non esaustiva, per effettuare un percorso turistico religioso
Nel territorio del Comune di Varazze ci sono 46 Chiese, 6 Cappellette, 65 Edicole Votive, nel centro storico, 86 Nicci nelle Frazioni ed entroterra
Il più famoso pilone votivo u Nicciu du Bruscin è crollato qualche anno fa.
La presenza di questi innumerevoli luoghi di culto e di devozione sono indubbiamente una prerogativa unica della nostra città!
Non penso esista in Liguria, ma forse in tutta Italia, un’altra città così santificata dalla presenza di manufatti religiosi!
Un’elevato rapporto procapite di chiese, per ogni residente.
Ho inserito in questo elenco, anche tre edifici religiosi, forse appartenenti alla categoria delle cappellette, ma con grandi storie, fatte di lavoro e di devozione, luoghi di preghiere all’aperto, inseriti in mezzo alla natura dei nostri boschi, con dei panorami incredibili, struggenti in ogni stagione!
Questo elenco, compliato inizialmente, un pò per gioco e per curiosita, fra i convenuti al termine di un pranzo di Natale, non ha la pretesa di essere assoluto, ma suscettibile di qualsiasi suggerimento e/o modifica
E’ opportuno a mio parere, considerare, anche i luoghi di preghiera, presenti all’interno dei grandi edifici, attivi nel sociale privato, quali la RSA LA VILLA, l’asilo GUASTAVINO, e le residenze LA PROVVIDENZA e CANOSSIANE
Versus Solem Orientem, come per i pagani, anche per i cristiani, la rinascita e la salvezza, erano verso est, dove sorge il sole.
Per questo, la gran parte delle nostre chiese, hanno l’abside orientata verso est.
A partire dalla medievale seconda chiesa di S.Ambrogio, di cui rimane solo il bel portale, inglobato nelle vecchie mura, sulla collina di Tasca.
Le chiese edificate e dedicate a S.Ambrosis, erano quattro, i resti delle prime due sono fagocitate nella cerchia delle vecchie mura.
Una terza nel centro storico, aveva l’abside rivolta ad est, ed era molto bella, in stile romanico a tre campate.
Di questo edificio di culto resta il bel Campanin Russu.
La più significative testimonianze religiose e storiche della città, con la torre, la cinta muraria di Tasca, due o forse tre precedenti chiese, sono precluse alla fruizione pubblica, perché facente parte di una proprietà parrocchiale!
Si parte versu Zena, con l’antico monastero di S. GIACOMO IN LATRONORIO, bella con le sue pietre e mattoni faccia a vista, in stile romanico, inserita in un contesto di ville gentilizie e giardini fioriti.
C’è anche la dirimpettaia versione femminile S. MARIA IN LATRONORIO, famosa per avere al suo interno, il singolare crocifisso bifronte.
Immersa in quella meraviglia naturalistica, del parco e del castello dei Marchesi d’Invrea, con un’incomparabile vista a picco sul blu del mare
All’ingresso della residenza FATE BENE FRATELLI, nei pressi del casello autostradale di Varazza, c’è una chiesetta, che accoglie le persone anziane e non, che si possono permettere, finanziariamente, un soggiorno in questa struttura.
Molto partecipati, sono i matrimoni, qui celebrati, con la possibilità di ottimi scenari, per i servizi fotografici, nello stupendo parco della residenza.
Si arriva a Varazze e qui si trova la chiesa a cui è più affezionata la cittadinanza, quella di S.CATERINA dedicata alla S.S.Trinita’ che fu costruita, quando i nostri avi, si ricordarono del voto fatto alla Santa.
Da quel giorno, ogni anno i fedeli partecipano alla processione, il 30 aprile, per sciogliere il voto di ringraziamento fatto per il debello della peste dalla città.
Poco distante, la chiesa a strisce di S.DOMENICO, con in facciata la palla, sparata da un cannone di una nave inglese.
Costruita dove viveva in preghiera un eremita.
Da qui si parte, per una bella escursione, sul Monte Grosso, qui si può ammirare, il più bel panorama della città, seduti sull sagrato della chiesa della MADONNA DELLA GUARDIA.
All’interno sono custodite le tombe di alcuni componenti, della famiglia Centurione d’Invrea.
Lì vicino anche la chiesetta, sempre dedicata alla MADONNA.
Ritorniamo nel centro urbano, per visitare la chiesa sede della confraternita più antica della città S.BARTOLOMEO, da vedere la sua bella statua lignea del Maragliano, portata in processione il 24 agosto, la festa che celebra la fine dell’estate e dove i maldicenti, miscredenti, vedono, nella raffigurazione del martirio del santo, il simbolo del turista tartassato!
Sul “ponte” l’oratorio dell’ASSUNTA contornata dalle vecchie mura.
Lì vicino, la salita dei frati dove si trova per l’appunto la chiesa dei FRATI CAPPUCINI.
Il cui convento probabilmente finirà in mani private.
Nell’oratorio salesiano la chiesa di S GIOVANNI BOSCO.
Completiamo le chiese del centro città, con la chiesa colleggiata di S.AMBROGIO.
La parrocchiale di Varazze, una ricchissima chiesa, con pregevoli opere d’arte e con la sua bellissima piazza, fatta con il rissou de prie de ma.
Lì vicino l’oratorio di S. GIUSEPPE.
Queste sono le uniche due chiese, per motivi urbanistici e di spazi, con versus occidentem.
Una bella piazza, sempre con il rissou de prie è quella della chiesa di S. NAZARIO e CELSO nell’omonimo quartiere.
Andemmu sciu da Teiro, presso l’ex ospedale di Varazze, sorge la chiesa di S.MARIA IN BETHLEM legata all’omonimo ospedale cittadino edificato grazie a dei benefattori.
Che sarà svenduto ai privati, non rispettando volontà di chi fece costruire questa struttura pubblica
In questa chiesa erano battezzati i nuovi nati, ed era dato l’estremo saluto a chi era deceduto nella struttura ospedaliera
Sopra un colle, nel Parasio, troviamo la chiesa più antica della città, S.DONATO.
Già S. Michele costruita sopra un’antica pieve romana e forse un tempio pagano.
Sul colle è possibile ammirare, la presenza delle mura bizantine e la targa del battesimo del Beato Jacopo.
Non meno importanti sono le incisioni sui muri della chiesa, fatte da chi di era di passaggio o aveva sostato su questo colle.
Una testimonianza incisa da povera gente, donne e bambine, che scendevano dal colle per andare a lavorare nella Fabrica.
Che spero siano lasciate visibili e non cancellate da qualche maldestro intervento edilizio!
Da qui in epoca romana, passava la strada che conduceva al porto romano di Ad Navalia, che era ai piedi del colle.
Si sale verso la frazione Casanova, ma prima c è una piccola borgata, con l’omonima chiesetta di S.PIETRO.
Nella località Costa troviamo la chiesa di S. CATERINA DELLE RUOTE dove è infissa una lapide che commemora, i fratelli Accinelli e Piombo nati vissuti e catturati in questa località, morti in un campo di sterminio.
Qiesta è l’unica vera pietra di Inciampo della nostra città!
Si arriva nella piazza di Casanova, con la CHIESA DELLA NATIVITA’ e lì vicino l’oratorio della S. CROCE.
Seguendo la via Bianca au Muntado’ ecco la chiesa rurale, dedicata al BEATO JACOPO DA VARAGINE con la statua del Beato in legno di fico.
L’ edificio fu forse costruito, prelevando le pietre, dall’antica via romana l’Emilia Scauri, il cui tragitto dopo aver oltrepassato diverse colline proveniente da Hasta, qui scendeva verso il mare.
Ultima arrivata in questo elenco è la diruta e dichiarata pericolante, ma dall’aspetto ancora imponente, chiesa della MADONNA DELLA GUARDIA di Casanova, con la sua singolare pianta a sezione esagonale, si trova in località Torazza, visibile dalla strada, proseguendo in salita, dopo il bivio per via Sciandra.
Il compianto Mario Risso aveva scoperto la travagliata storia di questa chiesa, da me pubblicata sui social.
Su un’ altura nei pressi della Ramognina la discussa ex discarica di Varazze, c’e’ uno dei più spettacolari panorami, ed è quello che si può ammirare dalla chiesa di CRISTO RE orientata a nord, per godere della vista del mare immersa nel verde dei boschi.
Costruita per sciogliere un voto, sconsacrata ormai ridotta ad un rudere, ma degna per la sua storia di essere annoverata nei luoghi di culto di Varazze.
Si scende dalle Muggine per incontrare la CHIESA DEI GAGGINI famosa per la sua fonte e la sua storia, legata a Giovanni Gaggino, il quale aveva lasciato un ingente eredità al comune di Varazze, per costruire proprio qua, uno stabilimento termale.
Anche questa una volontà non rispettata.
Nella vecchia chiesa di S. LORENZO nei pressi della località di Campomarzio, furono scoperte alcune tumulazioni di epoca romana.
Al Pero ci sono due chiese dedicate alla SANTISSIMA ANNUNCIAZIONE, la vecchia chiesa, pericolante e infestata dai fantasmi è stata recentemente parzialmente demolita.
Ma era molto più rappresentativa, di questa comunità, rispetto alla discutibile architettura della chiesa nuova.
Ricordiamo a circa metà strada verso il centro, la chiesetta di S.ANNA, famosa per il suo presepe.
Nel sottostante alveo del Teiro un piccolo rudere, la Casa Rossa, ci ricorda l’eccidio del partigiano Emilio Vecchia.
Ucciso a vent’anni per la nostra libertà .
Saliamo in quota con la chiesa di S.ANTONIO ABATE all’Alpicella belli gli interni con le due colonne del portale, provenienti dalla vecchia chiesa di S.Lorenzo di Genova.
Sarebbe da annoverare nell’elenco, un’antico monastero, le cui rovine sono presenti nelle alture di questa frazione.
In località Bin la colorata chiesa della MADONNA DEGLI ANGELI.
Alle Faje, la chiesa di NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE con il suo singolare porticato.
Nel fondo valle dell’Arrestra, biancheggia in lontananza, il Convento dell’Eremo del Deserto, con la chiesa dedicata a S.GIUSEPPE.
Restaurato a seguito di un pio lascito negli anni 80.
Non così è stato per i suoi romitori, solo due dei sette sono ancora eretti.
In queste casupole vivevano in solitudine i novizi, che avevano come unico collegamento con l’eremo, una campana da suonare per ogni evenienza.
Sulla cima del Monte Beigua il SANTUARIO DELLA REGINA PACIS, da qui nelle fredde e serene, mattine invernali lo sguardo spazia su tutto l’arco della regione e da dove in caso di neve arrivano fantastiche foto di paesaggi invernali.
Scendendo si scorge al Bricco delle Forche la chiesetta del BRICCO DON BOSCO.
Su questo rilievo convergono i confini di tre comuni.
Nella località Vignolo, al cospetto di un’ altro stupendo panorama, c’è un’altra chiesa dedicata a S.ANNA.
Nella piazza di Cantalupo la chiesa di S.GIOVANNI
I siaulè di Cantalupo, sono da sempre rivali, con i ravanetti di Castagnabuona.
La borgata rivale, ha la chiesa del SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLA CROCE.
Teatro di una delle tante battaglie napoleoniche, trasformata in ospedale, fu sconsacrata e poi riabilitata agli onori religiosi.
Qui una croce ricorda il passaggio del papa Innocenzo IV e a seguito di questo evento storico, fu costruita una prima chiesa della MADONNA DELLA CROCE oggi trasformata nella sacrestia del santuario.
Si scende verso SAN ROCCO, dove durante la battaglia napoleonica che insanguinò per due giorni questa località il generale Massena ribattezzò la frazione con il nome di Castagnamarcia, perché gli abitanti, avevano avvisato gli austriaci della presenza dei francesi.
Nella sottostante località dei Favari, la chiesa di S.BERNARDO.
Manca a questo elenco una chiesa di cui abbiamo perso memoria.
La chiesa della Maddalena presente in alcune carte del 1600 ubicata in località Tanun, forse demolita a seguito della costruzione di qualche viabilità o inglobata dove età il Convento delle Suore Sacramentine.
Finita la conta delle chiese, di culto cristiano, nella nostra città, è da annoverare nei luoghi di preghiera la SALA DEL REGNO DEI TESTIMONI DI GEOVA in via Piave.
Nell’ elenco delle chiese segnalo anche le cappellette, di discrete dimensioni, di S.SEBASTIANO e S.BERNARDO a Casanova, la CROCETTA di Cantalupo, quella di S.ANNA e del BAMBIN di PRAGA sopra l’abitato di Alpicella
Chissà chi erano quelle persone, che negli anni hanno scavato, trasportato pietre, calce, legni per le impalcature e edificato con la fatica del loro lavoro, questi luoghi di culto, spesso o quasi sempre, senza alcun compenso, magari nei giorni di festa, in segno di una devozione di un profondo legame con la propria terra, che nel nostro comune, era invece espressione di ogni contrada.
Ma tutto questo non è servito come monito, incentivo o da sprone per conservare alcuni di questi manufatti, oramai ridotti a ruderi o in procinto di esserlo, altri invece in attesa di qualche intervento che ne preservi la stabilità.
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