
Negli anni 70/80 Bacci con la sua fisarmonica e il suo carattere gioviale, sempre con un sorriso, insieme a u Spagnollu, sono stati una presenza costante dove si ballava il liscio.
In te Muggine, Giavarussu da Santinin a Sanda ma anche ad allietare tutte le innumerevoli sagre nelle frazioni.
Nelle feste in piazza o nelle balere, si sentiva da lontano l’inconfondibile suo stile musicale.
In quegli anni, ci fu un revival del ballo liscio.
Tutto pianificato, complici i performanti gruppi musicali, quasi tutti romagnoli, da Casadei a Castellina Pasi ecc.
Grazie ai loro spettacoli televisivi, alle tournée, e poi all’industria discografica, tutti si misero a ballare il liscio, walzer mazurche, polka, tango walzer lenti.
Anche la mia generazione si esibì sulle piste da ballo liscio!
Il primo problema però era, saper distinguere un ballo dall’altro!
Poi imparare i passi, per ogni tipo di ballo diversi, andare a tempo di musica e sapersi coordinare con la partner.
I primi rudimenti, li imparai a casa mia, tediando le mie sorelle con la musica liscia.
Fu poi la cugina di Giuseppe che mi insegnò a “fare i primi i passi”
Spostando tavolo e sedie dalla cucina della zia, con un mangianastri quel locale diventava una sala da ballo!
Li potevamo fare le nostre evoluzioni.
Ma poi, come in tutte le cose, anche per il ballo l’arte si imparava sul campo, nelle sale da ballo.
Ringrazio oggi, tutte le signore e le ragazze a cui ho chiesto se volevano ballare con me.
Mi presentavo, dicendo che non ero capace di ballare.
Ripensandoci oggi, mai nessuna mi ha detto “lasciamo perdere!”
Grazie a loro e alla loro pazienza, ho imparato a poco a poco a destreggiarmi in tutti quei balli.
Poi le cose si complicarono come sempre succede, con i nuovi stili di ballo i cosiddetti balli figurati.
Allora ci iscrivemmo, io Giorgio e Giuseppe, ad una scuola di ballo a Savona.
Diventammo veramente bravi o perlomeno…
questo è quello che noi pensavamo.
Sempre insieme negli anni più belli, io, Giorgio e Giuseppe.
Andammo a sfidare altri ballerini, alla Perla di Cairo, al mitico Palladium di Acqui o al Lavagello di Castelletto.
Ma mica per il ballo! Era cercare e conoscere le ragazze, il vero scopo di quelle serate e dei balli all’aperto!
Con le nostre macchinine anche d’inverno freddo nebbia e neve, niente ci fermava!
Una sera, di ritorno da una di quelle trasferte forse a causa di una lastra di ghiaccio, finimmo in un prato!
Ma poi arrivava l’estate, con le feste e i balli in piazza!
Si iniziava al giovedì e seguendo sagre e sale da ballo all’aperto, si terminava la settimana, la domenica sera alla società Aurora di Valleggia.
Qualche gruppo musicale, arricchì il suo repertorio con la musica rock and roll, boogie boogie e il twist, dove io e Giorgio eravamo imbattibili!
Uno difronte all’altro, ci sfidavamo a chi riusciva a toccare più volte le ginocchia a terra!
Non di rado queste nostre evoluzioni, attiravano l’attenzione e dal palco dell’orchestra facevano il nostro nome!
