
A Villa Araba pe quelli de Vase, Lungomare Europa pe i furesti
Questa è la parte più bella della mia città!
Il mare…. vabbè, da buon ligure, se non è in burrasca neanche lo guardo.
Nella nostra città non c’è posto migliore, dove poter ammirare dei bellissimi manufatti realizzati con immenso lavoro e immani fatiche, come quelli dell’ex tracciato ferroviario oggi Lungomare Europa.
Qui furono scavate a mano direttamente nella roccia, le gallerie, costruiti i ponti, e possenti muri.
Il più grandioso e stupefacente manufatto, della nostra città si trova nell’estremo levante di Varazze.

È la galleria Invrea lunga quasi 300 metri, dell’ex tracciato ferroviario Genova Ventimiglia

Scavata a metà dell’800 a mano, e con la polvere da sparo, in ta pria neigra d’Invrea.

Le meraviglie di Lungomare Europa non sarebbero usufruibili oggi, senza l’ex ferrovia ottocentesca, grandiosa opera che nella parte di levante di Varazze, annovera 9 gallerie, 7 ponti, muraglie di sottoscarpa e sottotipa.

Galleria S. Caterina I (m 26,70)
Galleria S. Caterina II (m 21,00)
Galleria Madonnetta (m 57,00)
Galleria Valsassina (m 125, 60)
Galleria Pescatori (m 92,00)
Galleria Invrea (m 290, 65)
Galleria Forno (m 97,45)
Galleria S. Giacomo (m 70,00)
Galleria Maddalena ( m 40,70)
Ma chi erano quelli che materialmente hanno scavato queste rocce?
Nessuno ha curato la loro memoria.
Nessuno ha mai fatto i loro nomi la loro storia, raccontato delle loro vite grame.
Vite a perdere, nel buio di una galleria o nelle armature di un ponte.
Meschinetti orbi de fatiga cun u buttigiun de vin, pe nu senti’ ciu ninte.
Duu e disperasiun.
Cuntenti de sciurti da quellu garbu pe un toccu de pan e pe do’ na scheno’ in ta paggia
Non sappiamo niente di quella moltitudine di operai e minatori.
E’ taciuto, forse per vergogna di stato o mai annotato, quanti di loro perirono per scavare queste gallerie
Del loro passaggio terreno, ci sono rimasti i segni dei loro attrezzi, scolpiti in ta pria neigra d’Invrea.
Dove le luci illuminano le Gallerie lì troveremo la loro fatica.
Come al solito niente nella nostra città ricorda il lavoro delle passate generazioni.

Lo stesso possiamo dire delle strutture del Vallo Ligure.

Silenti e nascoste, sopra le nostre teste, testimoni dei tempi di guerra ci sono le postazioni per artiglieria.
La Storia è passata sotto le volte di queste gallerie, con le prime tradotte verso la Francia nel mese di giugno del 1940.
L’inizio di un’ altra guerra mondiale
Treni armati con cannoni navali, protetti nel ventre delle rocce.
E poi quando la guerra era già persa, i vagoni piombati, che portavano i deportati nei campi di sterminio in Germania
Saliti sopra i treni della morte nella Stazione delle Bergamasche ( altra struttura colpevolmente dimenticata )
I nostri concittadini qua a Villa Araba, videro, per l ultima volta, il loro mare, le spiaggette quei scogli bianchi e neri.
Paesaggi mozzafiato con la morte nel cuore.
Giovani mandati a combattere per la Patria o a morire in Germania.
Per un’altro massacro nella vecchia Europa.
Oggi Lungomare Europa è un oasi di tranquillità, dove si puo’ godere di una giornata di sole.
Parlar sottovoce, per rispetto
O perché soggiogati da tanta bellezza naturale
E da questi imponenti manufatti.
Po vabbe’ ci sono anche chi fa le corse …testa bassa e pedalare.
Il toponimo Lungomare Europa, fu scelto negli anni 80, in onore a quel consesso di nazioni, di cui l’Italia fa parte.
E’ stato dedicato a quella Unione Europea, che è stata capace di pacificare un continente da sempre in preda a sanguinose guerre.
Fu un’atto di coraggio da veri statisti, che ha portato prosperità e regole da rispettare.
Oggi noi tutti, se fossimo un pò meno distratti da tutto.
Dovremmo riflettere su queste cose
Oggi con i tuoni di guerra, ritornati per follia umana, in un paese europeo.
Guardo questo luogo meraviglioso, oggi in pace.
Mi chiedo chi può volere la fine di tutto questo, e per che cosa?
Per vanagloria, nazionalismo?
Per la Patria?
Quella parola, di cui ci si riempie tante volte a sproposito la bocca?
Ma che dovrebbe far paura a tutti e rievocare tristi periodi, quando in Italia e in Europa la Patria ha preteso tante troppe giovani vite.
Sacrificate per che cosa?
Per essere chiamati eroi?
Per celebrare le loro gesta?
Sono morti combattendo per la Patria!
Nessuno di loro è ritornato in vita, per dirci che non erano eroi, ma che avevano combattuto perché volevano vivere!
Al diavolo la Patria!
Milioni di morti per un confine un ponte o l’ interesse economico di qualcuno!
Per glorificare il potente di turno capace di trasformare le persone in carne da cannoni?
Tutta povera gente poveri cristi, senza santi in paradiso e in terra.
Morti, chissà dove e neanche una fossa, dove mettere un fiore.
Troppe cose stiamo dimenticando troppo in fretta.
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