
Dalla Costea, l’Emilia Scauri, la strada romana, proseguiva verso Ad Navalia e dove ora sorge la chiesa del Beato Jacopo si biforcava in due direzioni

Verso il mare, in quella che è oggi chiamata via Bianca e in direzione del passo di Leicana’- Campo Marzio…S.Martino.
Delle testimonianze di un’antica strada lastricata, dalla Costea a questo bivio, nulla rimane.
Questa zona è sottoposta al dilavamento dell’acqua, che scende dalle pendici dell’Arenon e nei secoli, le piogge hanno divelto il sedime romano e abbassato il piano viario.
Stranamente, però non c’è traccia, ai lati dell’ex arteria romana, delle pietre che costituivano il fondo stradale.
Presenti invece, a lato del tracciato della strada che a mezza costa del monte Arenon, prosegue verso la località Costata.
Idem per quanto relativo alla strada che dal bivio proseguiva in direzione di Leicana’- Campo Marzio.
Le pietre sono sparite!
È da ipotizzare come è successo per altre ex strade romane decadute, l’utilizzo del fondo stradale, prelevando pietre e sedime per costruire case e muri a secco.

A riprova di questo sono alcuni cumuli di pietrame accatastato e pronto per essere trasportato e utilizzato per costruire qualche manufatto.
Questi cumuli sono presenti lungo il tracciato della strada che dalla chiesa del Beato Jacopo prosegue verso Campo Marzio qui il sedime stradale, che seppur spogliato di pietre, scavato dall’acqua e fagocitato dal bosco, mantiene ancora, qualche testimonianza, che indica la presenza di un’ antica importante strada di comunicazione, non ancora distrutto dall’uomo o dalle intemperie.

A questo punto, visto il luogo isolato, privo di muri a secco e di rustici o ruderi, non è azzardato ipotizzare, che le pietre prelevate lungo il tracciato, dell’Emilia Scauri, in questa zona, prima e dopo il bivio con la via Bianca, siano servite, per la costruzione della chiesa del Beato Jacopo da Varagine.
L’edificio, ha le mura perimetrali intonacate e quindi non è possibile individuare la tipologia di pietre utilizzate, ma senz’altro l’Emilia Scauri ha contribuito alla sua costruzione!
Nel sesto centenario della morte del Beato Jacopo nel 1898 Tito Pasquale Fazio costruiva la chiesa immersa nel verde sul pianoro du Muntado’.
La chiesa fu distrutta nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Ricostruita grazie alla beneficenza e al lavoro degli abitanti di Casanova.
Non c’è da stupirsi se il materiale per costruire una chiesa è stato prelevato dal sedime della via romana.
Avere una buona disponibilità di materiali da costruzione poteva influire sulla scelta dove edificare un’abitazione o un luogo di culto.
Il sedime dell’ex strada romana non esisteva più, in mancanza di manutenzione, l’acqua nei secoli, aveva divelto il fondo stradale.

La via Bianca, che dalla chiesa, inizia la sua interminabile discesa verso Varazze rappresenta la classica via romana.
Nei pressi della chiesa c’è un bell’esempio di classica via romana lastricata e con la larghezza standard di 2.40 metri.
Confidiamo nei posteri, perché ne abbino cura, più di noi delle testimonianze della nostra storia.





