
Che cos’è un posto del cuore?
Dipende da molte cose, ed è molto soggettivo, ma per tutti, un luogo del cuore è per sempre!

Con i suoi ricordi, quelli dell’età più bella della nostra vita.
Da Carlin, nelle Muggine iniziò l’attivita nel1965 ristorante, bar, con annessa sala da ballo.
Posto strategicamente, ad un trivio di strade, in mezzo al verde dei prati.
Il bar era un naturale ritrovo per una pausa caffè o un cicchetto a chi transitava da e per Campumarsu, Pei, Arpiscella e Faje, per chi scendeva verso la valle Arrestra e Sciarburasca o da e per, Casanova e Vase.

Il rinomato ristorante con il suo dehor, luogo ideale, per organizzare feste di compleanno e per tutti gli altri sacramenti religiosi, dal battesimo al matrimonio.
Cenoni di Capodanno, feste in maschera a Carnevale.

Le merende con le famose focaccette.
Famosa la festa del primo maggio con il Raduno delle Fisarmoniche.
Da Carlin è conosciuto anche fuori regione, per la sua grande pista da ballo

Sul palco, si esibivano quotate orchestre capaci di un vasto repertorio musicale dal liscio, balli sudamericani, rock and roll e “musica moderna” questo grazie ad una meritoria capacità organizzativa da parte dei proprietari Gino e Mina, coadiuvati da qualche parente e con alcuni dipendenti.
Il ristorante era strapieno non solo a seguito delle feste famigliari o religiose, ma anche in occasione di questi grandi eventi musicali, capaci di attrarre negli ruggenti anni 70/80, molti ballerini, qui convenuti al sabato sera, ad ascoltare i big del liscio.

Una nipote di Gino Elisabetta, Mina e la mia amica Nadia, mi hanno aiutato a comporre l’elenco delle orchestre che si esibirono alle Muggine.
Castellina Pasi, l’Orchestra Casadei, ,Learco Gianferrari, Toni Verga e Tonya Todisco, poi ancora serate con Bagutti, Vittorio Borghesi, Primino, Bruna Lelli, Tullio Freddolini e le “casalinghe” orchestre che a rotazione suonavano nelle balere del circondario, I Vincenzi, I Semplici, Le Volpi Blu, I Campagnoli, i Flash.
Mancano sicuramente altri nomi all’elenco.

Naturalmente il ricordo va anche a Accinelli GB. in arte Baci e la sua fisarmonica che insieme a Spagnolo, erano presenti non solo, Da Carlin ma anche nelle balere/ristoranti di Giavarosso nell’omonima località, da Santina a Sanda, invitato in tutte le sagre o feste patronali .
Generazioni di miei compaesani hanno trovato qui la compagna della loro vita.
Galeotto fu un tango o un valzer lento ballato a luci soffuse!
Il liscio era di gran moda negli anni 70/80, rispolverato dalle grandi orchestre romagnole, con dei buoni successi discografici, aveva attecchito nelle regioni limitrofe, con la nascita di nuove balere e nel periodo estivo non c’era sagra o festa patronale senza un palco dove poter ballare.

Erano belle le serate del sabato sera, conviviali, con la musica dal vivo.
La gente in quelle serate era spensierata e ci si divertiva a stare in compagnia.
Tutte le età erano rappresentate nelle balere!
Le persone anziane ringiovanite al suono delle fisarmoniche, retaggi di una lontana gioventù.
Molti i giovani in cerca dell’anima gemella.

Ma i clienti più aficionados erano le famiglie cun figge in etè da galante.
Le discoteche irresistibili attrattive per i giovani, erano considerate peccaminose, troppo buie e rumorose per le loro bambine… anche se cresciutelle.
Era un periodo di transizione in seguito le cose sarebbero cambiate.
Ma chi era zuenottu in quegli anni sa di che cosa sto parlando.
Sotto gli sguardi severi e indagatori dei “potenziali suoceri ” il pretendente andava umilmente al cospetto del tavolino, dove la famigliola riunita, teneva segregata la bella e gli chiedeva, gentilmente un ballo.
La ragazza, che poi vista da vicino, tanto bella non era, di solito stava sulle sue, e se timidamente rifiutava, allora il questuante, insisteva un pochino, premettendo che quello era un invito per un solo ballo e così quasi sempre riusciva a strappare un si.
Entravano in pista sempre sotto lo sguardo vigilie della famiglia.
Naturalmente la coppia faceva conoscenza reciproca, iniziando con le solite domande come ti chiami e che scuola fai?
Belle sensazioni quando ci si teneva la mano e si entrava in pista.
A malapena noi timidi zuenotti eravamo capaci di ballare la mazurka, figuriamoci il valzer e i suoi volteggi!
Era tutto molto complicato.
Per nostra fortuna la pista era sempre strapiena e si riusciva solo a far qualche passo di ballo seguendo il giro della massa.
In questo modo anche un ballerino, alle prime armi, riusciva a nascondere le proprie difficoltà.
Poi abbassavano le luci, e ci si guardava negli occhi, per molti fu l’inizio di una storia, che poteva continuare il giorno dopo, con un appuntamento per un film o per un gelato, finalmente lontani da sguardi famigliari!
Ma c’era un problema in quelle sala da ballo liscio..la concorrenza!
Anche perché a dire il vero non erano molte le ragazze a cui chiedere il ballo ….e allora si faceva a gara per chi arrivava prima al tavolino della bella signorina.
Lei solitamente, per educazione, si offriva al ballo, del primo che arrivava al suo cospetto.
Ma che fare se il maschio concorrente era strategicamente posizionato in prossimità della bella del reame e riusciva sempre ad arrivar per primo a chiedere il ballo?
A questo punto c’era chi aveva affinato delle tecniche particolari, ma serviva avere una spalla, un amico fidato che al momento giusto intralciasse con una spinta un urto “involontario”il rivale facendogli perdere quell’attimo fuggente.
In questo modo, sleale, l’amico arrivava per primo al tavolino, tanto agognato, dove stava la sospirata donzella.
Altre cose potevano succedere quando era forte la competizione.
Una sera fu chiusa la porta di un servizio igienico dove era andato l’odiato rivale.
Liberato solo dopo molto tempo e molti pugni dati sulla porta chiusa.
Ma erano palliativi e piccole ripicche, che a poco servivano, perché da che gira il mondo, chi sceglie è sempre la donna!
Poi naturalmente come al solito quando si è giovani si esagerava, soprattutto con un po’ di frizzantino in corpo e allora per difendere il “territorio di caccia” specie dai “furesti”che arrivavano dalle città limitrofe, ci si spintonava e volava anche qualche calcio e pugno.
Ma sempre fuori dal locale di solito nel giardino adiacente dove era illustrato archeggio.
Potrei andare avanti e raccontare tante altre cose vissute, sperate, lasciate e ritrovate, su quella pista da ballo, ma non vorrei tediare oltre chi mi legge.
Poi come sempre succede, le cose semplici, senza tanti fronzoli, in questo nostro strano paese bisogna sempre complicarle e renderle difficili!
Perché?
Lo scopo iniziale del ballo liscio non era di certo la bellezza della danza!
Si andava a ballare sempre e solo per la ricerca di una partner, senza tanti tecnicismi, semplicemente divertendosi!
Ma niente da fare!
Il ballo liscio subì un’evoluzione tecnica e da tradizionale, per divertirsi, si trasformò in una cosa seria, chiamata standard e poi liscio figurato.
Era tutto calcolato!
Con la nuova moda di ballo arrivarono le gare e se non eri capace di destreggiarti in queste nuove tendenze, allora facevi vita grama, anche perché il solito tuo rivale, aveva già imparato le nuove movenze e le esibiva in pista.
In virtù di questo.
Nacque il business delle scuole da ballo.
Da Carlin era presente la Scuola di Ballo Liscio e Latino americano dei maestri Corradini.
Io Giorgio e Giuseppe invece, frequentammo una scuola di ballo a Savona, ma anche questa è un’altra storia.
Questo post è dedicato a Carlin, perché se è vero che un posto del cuore, deve far rivivere emozioni e cose belle, allora per me, e credo anche per tanti miei coetanei, Da Carlin alle Muggine è il nostro posto del cuore.
Anche per tutto questo grazie Gino!
