
Sciu da Teiru
Capita, prima o poi a tutti, di ritornare per un giorno o anche solo per un paio d’ore, nei luoghi che ci hanno visto ragazzini.

Nelle nostre scorribande da Figgiò, Pelle e Ossa cun e Braghe Curte, in un bosco o in quel meraviglioso mondo del Teiro, che scorre in mezzo alle nostre case.
Molto più avventuroso di una semplice spiaggia e quattro scogli di mare.

Io e Gian siamo nella zona dei Laghetti del Pero.

Mi stupiscono sempre, le megalitiche rocce tipiche della zona di Campolungo, arrivate da chissà dove, che stringono e deviano il corso del Fiume.
Qui l’acqua con il suo incessante, millenario lavorio, ha creato scivoli, sifoni, pozze

Nel nostro fiume, correva come l’acqua la fantasia di noi bambini, in preda ad una frenesia incontenibile a inventar avventure ogni giorno diverse.
Pin de pota e de cruste.
Cun e ciocche de ortighe
Sangue zuenu pe sinsoe
Demuelli cun ninte.

Gian mi aveva chiesto se conoscevo l’esistenza da Tana du Diau.
E così approfittando del basso livello del fiume, oltrepassato u Giu de Cad-na a scendiamo nell’alveo del Teiro.

La zona è quella dei trei Laghi Bagno’ poi dopo il Lagu Lungu si arriva a Tana du Diau.
Luoghi nascosti alla vista oggi e diventati inaccessibili dalla crescita vegetale.

Posti di una suggestiva bellezza, dove è bello ritornare e tenere piedi a bagno.

Gian conosce molto bene questo tratto del Teiro, a dodici anni era qui a seguire gli amici più grandi negli ultimi giochi dell’età più bella.
Anche a pescar anguille e trote.

Le foto parlano senza bisogno di descrivere la bellezza di questi luoghi.
Nulla da invidiare ad altri più blasonati e pubblicizzati.

Anche qui, la fa da padrona la biodiversità piante di ogni tipo, Rue,Verne, Gasie, Serveghi, Fighi, Nisoe anche na bella Nusce, ingogia da Lelua.
E poi Freisce, Ruvei, Fogge de Succa o de Papè, pareti a picco sull’acqua con stupende colture di Capelvenere.
Le alghe rosse colorano le rocce sott’acqua.

Nelle anse si formano degli stagni dove galleggiano gli incredibili Ragni d’Acqua.
Sul fondo di pietrisco stanno mimetizzati piccoli Baggi.
Discreta la presenza di barbi, gulli e cavedani.
Invisibile e in agguato, dove cade l’acqua delle cascate, ci sarà qualche trota fario o iridea
Altri occhi da predatore sono quelli dei Mungagi le bisce d’acqua a caccia nei pressi delle rive.
Nonostante il periodo di secca siamo costretti a saliscendere dalla sponda destra del Teiro, per risalire il corso del torrente.
Gian senza problemi, sempre a suo agio a passare da una pietra all’altra, io lo seguo appesantito e a volte preferisco il guado con i pantaloni al ginocchio.

Eccola! A Tana du Diau!
E un foro dalla vaga forma di cuore, scavato dai gorghi dell’acqua di oltre un metro di diametro, con il fondo nero di foglie e profonda chissà quanto.

In quel buco il diavolo convive con le anguille che popolano invisibili il nostro fiume.
Gian mi racconta di altre cose dei Laghetti del Pero, la roccia dei tuffi, gli scivoli d’acqua, la spiaggetta du Lagu Bagno’ ancora presente oggi.
Ringrazio Gian Antonio Cerruti di avermi guidato, in questa nostra escursione, in un altro dimenticato luogo del nostro sorprendente entroterra.
A questo link “I Laghetti du Pei”





