A Cascina du Rissu

Lungo la strada, che dalla Costa scende verso l’Arzocco, ci sono alcune case un tempo abitate.

In questa zona il Muntado’ si affossa nell’alveo dell’Arzocco.

In te Lie, a sinistra quasi completamente diruta la grande casa dei Badano.

Sopra di essa, nascosta dalla vegetazione a Ca di Beru’ dove abitavano i fratelli Accinelli, deportati insieme ai fratelli Piombo e trucidati a Dachau.

Proseguendo a Ca du Lenciu, una bella abitazione in pietra, recentemente ristrutturata.

Poi a Ca du Rian, dove Niki rimase fino ai tredici anni, e come tutti i bambini era già inserito nelle attività lavorative di famiglia.

Precedentemente, questa casa era abitata dau Pegullo, che intrecciava le foglie di canna per realizzare delle borse

Prima del Rian a Ca du Gigiu, abitata da una famiglia di sfollati, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Queste ultime due dimore in parte dirute, sono completamente invase dalla Lelua e dai rovi.

Lasciamo il ritrovato Troggiu dell’Arsoccu, ora Niki, ci guida, seguendo il Beo che dallo sbarramento, portava l’acqua in tu Campu Lungu che ha estensione di almeno 100 metri e poi nella Fascia Lunga.

Il canale, che correva alla base dei muri di sostegno, è ancora visibile, anche se interrato.

Ma un’altra meraviglia si sta svelando, mentre percorriamo sempre guidati da Niki un viottolo al cospetto di un lunghissimo muro di sostegno.

In questo angolo di mondo un umanità d’altri tempi ha realizzato qualcosa di unico.

Ogni pietra cavata dalla terra, è stata squadrata impilata a partire dall’alveo dell’Arzocco, per impedire l’erosione delle pendici du Muntado’ durante le piene del Rian.

Tutta la sponda di destra, ancora oggi si sorregge grazie alle decine di terrazzamenti, anche solo di qualche decina di centimetri di larghezza!

Si prosegue sempre guidati da Niki, un ruscello è stato regimentato, realizzando un grande cunicolo.

Si arriva au Passu de Mesu dove scendendo na Mulaioa, si raggiunge il letto dell’Arsoccu.

In questo tratto del Rian anche la sponda sinistra è reggimentata, da un possente muro in pietre

Sul terrazzamento ci dovrebbe essere a Cascina du Risso, costruita dal zio du Saturnin, Aldo insieme ai suoi fratelli.

Niki va in avanscoperta fra brughe e rovi e centinaia di alberelli di frassino.

Qui Saturnin ritrova le due grandi querce nominate nei discorsi dello zio.

Alcune pietre sporgono dal muro, dove un tempo c’era na Sigogna per sollevare l’acqua del Rian.

Niki ci avvisa, ecco la Cascina du Rissu!

Poco più di un Cabanin, ancora solidalmente erretta, nonostante il crollo della copertura, realizzata in cemento armato.

Na Lecca de Casin-a, reca inciso l’anno di costruzione il 1900.

Iniziava il sanguinoso secolo breve.

Saturnin ha un bel pensiero per suo zio Aldo.

“Ciao Barba sun chi, da to cascina”

Ringrazio Niki Suozzo per averci guidato, in questa parte poco conosciuta della Costa.

Un grazie come sempre a Saturnin, per la sua meritevole ricerca dei manufatti del nostro entroterra e della loro Storia.

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