A Vanvera 2023

Un po di ridere da EL MIDI e una foto.

Io e Francesco del 58, la miglior annata!

L’A12 rumor di ruote, asfalto drenante, sole negli occhi, gallerie buie.

Il secondo caffè per chiedere una dritta.

L’agente locale cita le vie località, troppa precisione confonde.

Passo del Bocco, inizia la danza, una a destra e una a sinistra, su a salire dove una meridiana segna le 9.

Un saluto alle due signore che ripuliscono un’edicola di Lourdes.

Si scende a Varese Ligure in quel bar all’ombra a far l’aperitivo.

Un ponte a Schenna d’Ase e il borgo rotondo.

Cento furono le vittime dei briganti e altrettante le Croci che danno il nome al Passo.

Grandi praterie e rotoli di fieno.

Mucche marroni sdraiate ci osservano tranquille.

Una rotonda e un ristorante all’ombra.

Il mio primo che non arriva mentre Francesco sogghigna.

Le premure sono per lui, l’ex biondo c’è e colpisce!

Un pò di brodo anche per le nostre moto.

Caldo e traffico e attenti ai velox.

A Pontremoli il ponte ha quattro arcate una torre e una basilica.

Paese di peccatori con dieci confessionali in marmo.

Parlano lingue straniere gli altri avventori.

Belle le panchine a libro.

Un gelato scegliendo i gusti più richiesti.

Dal tavolino scorre un’ umanità di ogni tipo nessuna a noi preferita.

Così per dire

Si risale in moto e tra villette e le piccole borgate non c’è anima viva.

L’abbiocco di chi lavora la campagna.

Ancora pieghe e a tirar su le moto.

Il Passo Carpinelli

Chilometri percepiti 500 reali 200!

Cerchiamo una doccia e una brandina.

Uno non risponde un’altro è pieno di olandesi.

Ma in cima al passo c’è il Belvedere, con una camera matrimoniale e due lettini.

Il terzo piano senza ascensore si sente.

Siamo stanchi.

Ho un ricordo da lasciare…convinco Francesco a far per primo la doccia.

Il sole non è ancora sceso quando siamo a cena.

Il menu dei primi si ferma al farro con i funghi porcini, quello dei secondi all’agnello alla brace.

Un tortino sempre di funghi fa da contorno.

Due dolci e facciamo cin cin con gli ultimi due bicchieri di una brocca da un litro di Merlot.

Tanto per oggi basta curve.

Bello il venticello ma ci vuole la maglia.

Mi gira un pò la testa quando la vado a prendere.

Si chiacchera e si ride come tra due vecchi amici.

Questi siamo noi.

Niente da fare anche qui all’Hotel Belvedere, apro gli occhi alle 5, la finestra e la persiana del terrazzino.

L’aria è gelida c’è nebbia.

Giusto in tempo per l’inizio di una insistente pioggia che durerà tutto il giorno.

Ma si sa, qua vicino c’è il pisciatoio d’Italia.

Alle sette dalla sua camera arriva Francesco

-Cussa femmu?

– Aspettemmu che u ciante lì de ciove

Speranza mal riposta, pioverà in pratica ininterrottamente fino alle 15.

Colazione a buffet, in contemporanea con una “simpatica coppia anglofone”

Sprezzante perché hanno la Tesla nel parcheggio

Per fortuna c’è altra gente che risponde al buongiorno.

Facciamo i bagagli

La cassa comune non basta per pagare pernotto e cena

Piove aspettiamo.

Francesco tacca pomello con il proprietario e altri signori, nasce una gradevole conversazione

Smette di piovere asciughiamo le selle alle moto.

Per vederle nuovamente bagnate dopo due minuti.

Sono le 10 partiamo sotto la pioggia.

Arriviamo a Piazza al Serchio che diluvia mettiamo le moto al riparo sotto un gazebo.

Li vicino un’incredibile manufatto umano.

Una locomotiva a vapore

Come facevano a governare ma sopratutto a costruire questi mostri non lo so.

Altre generazioni, arrivate da altri mondi.

Sono ben quattr’ore che non mangio!

Il campanile batte mezzogiorno.

Indossiamo come da foto le coperture antipioggia

Un cane all’interno del ristorante/osteria, si spaventa abbaia e ringhia a vedermi così agghindato.

Sembro Batman.

A stento il padrone lo trattiene

Tutti ci guardano s’odon espressioni colorite in toscano.

Quel cane per tutto il tempo che restiamo nel locale, ci tiene d’occhio.

– Scusi la toilette?

– Al secondo piano

Per fortuna non sto facendo una delle mie corse al cesso!

Busso alla porta dell’appartamento, ma ad accogliermi solo la scritta Servizi

– È permesso?

L’appartamento sembra abitato.

Da chi?

Mi chiudo a chiave nel bagno.

Una tenda nasconde la vasca da bagno

Asciugamani già usati

Fuori continua a piovere.

In menu’ è detto a voce da un’attempato cameriere.

Riprendiamo le moto, il viaggio è quello del ritorno, attraversiamo la bella e servega Valle del Serchio.

Grandi monoliti di roccia da dove ogni tanto cadono pietre in mezzo alla strada. Orridi senza fine, laghetti dighe e villaggi con mulini.

Trafori scavati nella roccia viva.

Tutti senza foto perché pioviggina ancora.

Non ci sono aree di sosta e fermarsi a bordo strada con quei grandi bilici che all’improvviso sbucano dalle curve, mettono a repentaglio le nostre “giovani vite”.

Consiglio il percorso a salire di questa strada, ma in giorno festivo, per non esser obbligati a star dietro a dei camion.

Inizia una bella discesa e panoramica anche se nebbiosa vista.

Un’insistente vento, in assenza di pioggia, ha già asciugato la strada.

Niente foto, la nebbia cela le Apuane da dove scendono ripide le strade delle cave.

– Andemmu a Stazzema?

Chiedo a Francesco

E al bivio saliamo per alcuni chilometri.

Arriviamo a Stazzema, non c’è nessuno nella piazza della chiesa solo quelli scritti sul monumento ai Caduti delle Guerre Mondiali.

Nessun cartello ci dice dov’è S.Anna, il luogo della strage durante la Seconda Guerra Mondiale, dove con la divisa dei carnefici tedeschi, qualcheduno parlava toscano.

Franco u se torse na sigaretta e io vado in cerca di informazioni

Trovo un signore.

Chiedo dov’è S.Anna.

– Da tutt’altra parte.

Bisogna scendere e risalire dall’altra parte del monte, un’ora e mezza di strada.

Sicuro che alla mia ignoranza geografica ne corrisponda un’altrettanta storica, vuol raccontarmi la Storia dell’Armadio della Memoria, dove emerse dopo mezzo secolo la Strage di S.Anna di Stazzema.

Ma conosco bene quel triste episodio una strage per anni ignorata perché il nostro sistema di alleanze e la cattiva coscienza di alcuni, misero tutto a tacere di quell’efferrato eccidio di donne bambini e anziani i cui corpi anche se moribondi furono dati alle fiamme.

Tutto taciuto in un armadio tenuto nascosto e inaccessibile solo perché era girato al contrario!

Quante vergogne ci sono in Italia!

Pero’ un belin di cartello potevano metterlo!

Quanti di quelli che transitando nella Valle del Serchio, all’indicazione di Stazzema, si ricorda, prende la strada e va a cercare S.Anna?

Forse più nessuno.

Ora l’aria si fa pesante umida, la strada si spiana per arrivare a Forte dei Marmi.

Mica facile trovar dove prendere l’autostrada.

Cartelli sbilenchi dell’A12 e frecce dalla dubbia direzione spariscono alla vista.

– Da che parte andemmu?

– Se gh’emmu u ma davanti pe ando’ a ca giemmu a drita

Filosofia geografica!

Imbocchiamo l’agonata autostrada a Massa

Ma il mio biglietto non esce…

Alla richiesta d’aiuto un operatore remoto, mi dice

– Prova ora

Esce un biglietto ma scende la sbarra, prendo un secondo biglietto e la sbarra si alza.

Raggiungo Francesco che aveva rallentato per aspettarmi.

Alla prima area di servizio tappa per caffè e per pisciare.

Francesco tacca pomello con il barista/ cassiere che vuol rifilarci un caffè doppio in offerta.

Poi smesso i panni da cassiere diventa barista e ci confida che così vogliono i suoi capi, propinare l’offerta del giorno a chi vuol solo prendere un caffè, la scusa per pisciare.

In Italia, se non ci sono boscaglie o non si è a fare il bagno in mare, per pisciare bisogna pagare.

Sempre molto trafficate le nostre autostrade, ma con una buona media dopo un’ora e mezzo da Massa, rivediamo Vase dal Nautilus.

C’è il sole e fa caldo

Ma ci sta ancora un gelato

Guardiamo le nostre moto infangate come ad aver fatto il motocross!

Peccato per la magnana de smierda di oggi dovuta alla pioggia

Chilometri percepiti 1000 e fischia, reali 522.

Prima dei saluti c’è la pausa di riflessione.

Anche se con il meteo inclemente, sono state due belle giornate, a Vanvera per i bricchi dove ci hanno portato i nostri mezzi a motore.Due belle giornate! Grazie a noi, due vecchi amici, abbiamo altre cose da raccontare e da ricordare con un sorriso.

Grazie Francesco

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