
Un’anziano, con qualche acciacco, capelli bianchi e claudicante, comprava ormai per abitudine alla domenica e una o due volte alla settimana, il quotidiano locale, ma solo per guardar la cronaca.
Nella speranza, di trovar qualcosa che avesse ancora un senso leggere
Abitante di una cittadina di persone rancorose e vecchie dentro!
Dove non succedeva mai niente, fra quella cinta di mura antiche e se succedeva qualcosa, nessuno più si indignava, protestava, tirava calci o meno che meno, scendeva in piazza a protestare.
Tutti omologati, appiattiti nel loro orticello, senza slanci emotivi e solidali.
Fatalisti e menefreghisti.
Ma tutti sapevano di tutti!
Quel giorno, dalla giornalaia c’erano troppe persone, si soffermo’ a guardar quelle riviste di pettegolezzi
Belle donne, che mettevano in mostra le loro curve, culi, seni, gambe, quello che una generosa natura le aveva fornito.
Ritorno’ indietro agli anni giovanili, cinquant’anni fa le donne erano più castigate, ma nulla è cambiato, il mondo gira e girava, sempre allo stesso modo.
Solo in un determinato giorno dell’anno, il popolo di quella cittadina si radunava eccitato e plaudente in piazza.
La festa della Santa Patrona
Quando si doveva scegliere la più bella da dare in pasto all’Orco!
Sembra una favola ma era proprio così, in quel paese stretto tra mare e monti.
Beninteso, l’Orco era anche bravo e aiutava tutti.
Però aveva messo quella condizione, ogni anno, nella ricorrenza della Santa Patrona, una giuria, tirata a sorte, decideva chi era la più bella, tra quelle che sfilavano dietro la cassa della Santa.
E a lui si doveva concedere per una notte.
Di bianco vestite, le pretendenti, avevano in testa un cerchietto, ognuna di color diverso.
Un sacrificio umano assenziente!
Le mamme delle pretendenti bigotte e benpensanti, ma capaci di ogni bassezza per favorire la loro figliola!
Alla più bella si aprivano le porte dello spettacolo e spiccava il volo per Cinecitta’
Delle precedenti vincitrici, nessuna era più ritornata in quel paese, stretto fra mare e monti.
I preti non dicevano niente, lasciavano fare.
E poi fatta la festa gabbatu lu Santu
C’era chi diceva che erano unti dall’Orco
Per rivedere quelle giovinette, la gente andava dal giornalaio.
Tutti sapevano di tutti!
Che fine avevano, le precedenti vincitrici ?
Ma quale Cinecitta!
Erano diventate ricche, con matrimoni da favola e divorzi dai lauti assegni, avevano nuovi fidanzati ogni mese.
Restavano invischiate nel ” giro che conta”
Convolavano in seconde/ terze nozze, con vecchi bavosi e avevano pellicce nuove, ad ogni scappatella.
C’era chi passando davanti a quei giornali, si faceva il segno della croce.
L’anziano guardando quelle riviste di moda, pensò, nulla è cambiato il mondo gira sempre allo stesso modo.
C’è sempre un potente, che dispone a suo piacimento di tutto quello che desidera
Ad una certa età non ci sono più cose da nascondere e raccontò tutto questo ad una esterrefatta giornalaia
– Non ne sapevo niente -disse lei- e com’è finita?
– E finita che l’Orco, diventato vecchio interruppe quell’usanza, aveva deciso di pentirsi per avere un posto in paradiso.
– Ma sta scherzando?
– No gli fu concesso anche quello, un posto su una nuvoletta in paradiso.
Questo disse il prete durante l’omelia funebre.
Andava assolto dai suoi peccati!-
-Perché erano state quelle giovinette, il demone si celava nei loro corpi!
Avevano turbato il sonno e tolto il senno a un uomo di fede!-
Pronunciò queste veementi parole, da quel pulpito in marmi policromi intarsiati, dono dell’Orco.
Al funerale, il più grande spettacolo mai visto, non c’era nessuna di quelle tante creature del diavolo
…..ingrate!
