Quattru Amisci a Guardia

Un racconto di Giovanni Parodi u Gianballetta

Nell’estate del 1968, il giorno di Ferragosto cadeva di giovedì, era l’occasione per fare un ponte lavorativo.

Quattro amici decisero, di passare due o tre giorni alla Madonna della Guardia di Varazze.

“ Ma ti ciocchi andò a durmì a Guardia? Ghe sun i fantasmi de l’Invrea, de notte da sutta e ciappe i morti, sciurtan da giescia!”

“ Ma che fifun che te! Ghe andemmu mi ti u Gianballetta e u Bambulin, dui o tre giurni a Guardia, mangio’ beive e po u belin che i fantasmi !”

Forse nacque così, come una sfida, una prova di virilità, andare a dormire proprio nel luogo, dove ancora oggi, a detta di molti accadevano strane cose.

In primis il fantasma du Sciu Fabio, una figura nera, che sia aggirava con un mantello, la tuba in testa e che spariva dietro agli angoli della chiesa.

Ci fu chi, vide danzare delle luci intorno al campanile.

Laggiù verso i Lappassò una fila di lumini che avanzava verso la Guardia.

Chi si attardava sugli alberi a raccogliere le pigne o arrivava con il buio a raccogliere il fogliame, scappava a gambe levate al suono della campana.

Perché si era sparsa la voce, che non si vedeva nessuno a tirar quella corda.

Leggende fantasie che cosa c’era di vero?

Probabilmente solo suggestioni a seguito di qualche bravata.

Quella notte di mezza estate alla Guardia c’era un piccolo gruppetto di amici, Rino detto Zaccaria, Giovanni u Bambulin, Angelo u Spursaminetta, cugino di Gianballetta, al secolo Giovanni Parodi, a cui va il mio ringraziamento per avermi raccontato questa storia.

Arrivarono alla fine di quella giornata di Ferragosto alla Guardia.

Conoscevano bene la chiesa e i dintorni e avevano la chiave della foresteria.

Consumarono la cena portata da casa.

Si fece notte, rischiarata dalla luna, che si rifletteva laggiù, sopra la massa scura del mare.

Nell’abitato di Varazze, ci si preparava per la notte e le finestre illuminate, iniziavano a spegnersi

E così fecero anche i nostri quattro amici.

Gianballetta ebbe cura di suo cugino Angelo, che aveva perso la vista a causa dello scoppio di un ordigno, residuo della Seconda Guerra Mondiale.

Alle undici di sera spensero il lume.

Non passò molto tempo e dal respiro pesante di Zaccaria, si capiva che l’amico aveva preso sonno.

Ma chi poteva dormir sonni tranquilli lì in quel posto!

E’ proprio vero, chi ha non ha l’uso della vista percepisce meglio di tutti le voci, i sospiri, i più debolissimi rumori

“ Avete sentito?” disse Angelo

“ Che cosa ?” risposero Gianballetta e u Bambulin

“ Un rumore, veniva dalla chiesa”

“ Ma sarà il vento o qualche animale”

“ Andiamo a vedere tanto stanotte non si dorme”

“ Non mi lasciate qua!” disse Angelo

“ Attacchite a mi, stanni attentu ai scalin” disse Gianballetta rivolto al cugino

“ E Zaccaria”

“ Lascemulu durmi”

Arrivati in fondo alle scale illuminarono con la pila il buio che formava l’ombra della chiesa, poi fecero il giro rasentando i muri.

Era tutto a posto

Si sedettero per un po’ sullo scalino del sagrato, ad ammirare la luna, riflessa sul mare e laggiù le tremolanti luci di Varazze.

La Guardia il luogo piu panoramico di Varazze.

Una vista mozzafiato sull’abitato, l’immensità del mare e la cerchia dei monti.

Tornarono all’interno della foresteria.

Il letto di Zaccaria era vuoto!

Dov’era andato?

Era stato rapito!

Non ebbero il tempo di pensare altre cose, il rumore di passi veloci sul selciato e poi su dalle scale, annunciò l’arrivo trafelato di Zaccaria visibilmente spaventato.

Aveva un coltello in mano

“ Ma dove siete andati? Belin che ressato! Non vi ho più visto, gunduin m’ei fetu ciappo’ puia! Belin lo sapete che ho paura a restar da solo! Sun andetu a sercove in ta cappeletta, poi mi è scappato di pisciare, ho avuto paura e ho tirato fuori il coltello”

“ Che perdiballe! Va sa ben che non ti sei cagato addosso!”

E giù tutti a ridere dell’amico pauroso.

Spiegato l’accaduto i quattro amici spensero un’altra volta il lume.

Zaccaria dopo poco si addormentò nuovamente.

Gianballetta guardò l’ora era mezzanotte e venti.

Ma non passò molto tempo…

“ Avete sentito?” disse Angelo

“ Dormi, nu rumpì u belin!”

Ma rabbrividirono poco dopo….quando udirono dei colpi

Qualcheduno stava bussando alla porta della chiesa!

“ U l’è u sciu Fabio u vo entrò in giescia!”

Poi silenzio

“ Avete sentito?” disse ancora una volta Angelo

“ Ma cosa te sentiuu ancun !” rispose con voce tremante u Bambulin

Che cosa aveva sentito….lo capirono dopo un’attimo, quando udirono distintamente la catena del pozzo, che stava sollevando un secchio d’acqua

Per due volte sentirono scorrere quella catena.

Ci fu un interminabile silenzio, i quattro amici erano terrorizzati, avevano i nervi a fior di pelle, l’udito teso ad ascoltare i rumori che provenivano dall’esterno.

Improvvisamente ecco un rumor di passi.

Qualcuno stava salendo le scale della foresteria…

Un passo due passi tre passi….

Zaccaria nel frattempo fu svegliato di malo modo, ed era in letto con il coltello in mano.

A u Spursaminetta era stato dato un martello.

U Bambulin u gh’eiva na scarpa in man da tio’ in ta testa au fantasma !

Gianballetta mise la testa sotto al cuscino, per non sentire quell’inquietante rumore di passi.

Da sotto quel guanciale sbirciava la porta, ad un certo punto, dalle fessure di quell’infisso, Gianballetta vide distintamente un’ombra…..

U sciu Fabiu stava per entrare!

Ma poi ecco balenare la luce di una torcia.

“ Ma duvve sei? Sun Gustin vò purtò un po’ de turun!”

Quando si aprì la porta quel pover’uomo fu investito da una gragnuola di insulti.

Gianballetta nonostante la giovane età disponeva già di un buon arsenale di parolacce, e le riversò tutte addosso a Gustin.

Inconsciamente o volutamente aveva seminato il panico in quella notte d’estate lassù alla Guardia.

Il racconto finisce qui, i quattro amici furono vittime di uno scherzo ben architettato?

C’era forse un complice in quel gruppo?

Restano questi fatti raccontati dopo tanti anni da Gianballetta, un ricordo di gioventù di quattro amici lassù alla Guardia.

Negli anni a seguire e anche poco tempo fa, ancora altri racconti, di chi ha detto di d’aver visto ombre, sentito voci e campane suonare.

La Guardia di Varazze in ogni stagione tappa fissa o meta di escursionisti e scampagnate.

Luogo di devozione con la grande festa a fine agosto.

Processioni preghiere canti, merendin friscio’ figasette.

Nell’Archivio Fotografico Varagine consultabile online, sono presenti innumerevoli foto della festa alla Madonna della Guardia uno salto nel passato che ritrae una comunità festante allegra spensierata!

La Guardia luogo del cuore!

Ma anche del batticuore di innamorati e di spaventati!

Bunna giurno’ vaasin.

foto in b/n Archivio Storico Varagine.

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