
È un portale verso il cielo, la chiesa della Guardia, in questo luogo, è forte la sensazione dell’immenso, dove da quassù, guardando verso il mare, non si vede nulla di terreno, con le miserevoli brutture costruite dagli umani.
Solo l’azzurro del cielo, che si confonde in un immaginario orizzonte.
La leggenda dice, che fu un nobile, forse lo stesso marchese Fabio d’Invrea, accompagnato dal suo fattore, che arrivato in vetta al monte Grosso, indicò il punto dove voleva fosse edificata la chiesa.
Era cieco e volle che sul suo bastone, fosse messa un’immagine della Madonna della Guardia di Genova.
Tenne il bastone per aria e poi lo fece scendere e disse
– Dov’è adesso il bastone costruirete una cappella-
Ci sono tante altre storie, legate al Santuario della Guardia, racconti di miracoli, superstizioni e fantasmi da farne un libro.

Grazie a Lino Conte, Giovanni Parodi e con Antonella Ratto, entriamo in questo Santuario tanto caro ai varazzini.

Molti gli ex voto, che riempiono le mura della chiesa, impossibile fare una conta, di chi ha legato uno scampato pericolo o una guarigione, a Nostra Signora della Guardia.
Di molte storie, se n’è persa colpevolmente memoria.
Lino e Gian ci raccontano la storia e gli aneddoti di queste testimonianze di fede.
Ci sono i quadri che raffigurano le grazie ricevute o altre P.G.R conservate in una teca, sotto forma di modellini navali, crocifissi ecc.

Innumerevoli gli ex voto, a forma di cuore, in metallo placcato

Fiocchi azzurri e rosa, auguri di buona vita per neonati.

La cera sciolta delle candele consumate, testimonia la devozione attuale a questa chiesa, tributata dalla nostra comunità.

Alcune targhe, sono testimonianze di notevole interesse storico, come quella che ci fa notare Lino, per nulla valorizzata dalla nostra comunità, relativa al papa Benedetto XV, nativo di Genova, che soggiornò per ben tre volte in questo Santuario.
Benedetto XV al secolo Giacomo della Chiesa, fu eletto papa nel 1914, la sua morte avvenne nel 1922, in piena epoca fascista, sua la frase – La guerra è un’inutile strage! –

Il Santuario di Nostra Signora della Guardia di Varazze, consacrato nel 1866 è il sepolcreto della famiglia Invrea.
Consunte dal tempo, le scritte dei defunti, sepolti sotto al pavimento.
Le lapidi, di molti altri membri della famiglia Invrea, con nomi date e lodi funebri, rivestono i muri e il presbiterio della chiesa.
Ci si perde a leggere tutte quelle parole, incise nel marmo, vite esemplari da nobili, ma che saranno state vissute da esseri umani, con dedizione, buona volontà, gioia, tristezza, debolezze e coraggio, come tutti noi.
Anche in questo Santuario la parte preponderante degli ex voto, sono quelli portati fino quassù dai naviganti.
Non a caso i primi ex voto, dipinti ad affresco nella chiesa di Montegrazie a Imperia e S.Donato a Genova sono P.G.R dei marinai.
Il pericolo per chi percorreva le vie del mare, era un elemento da mettere in conto prima della partenza.
Le primordiali paure, erano quelle di finire schiavi e essere messi ai remi su qualche sciabecco.
Poi con le scoperte geografiche, l’uomo iniziò a sfidare gli oceani, con l’incubo delle tempeste tropicali.
L’essere umano era in balia delle soverchianti forze della natura.
Per questo il marinaio, si affidava completamente all’intervento divino e rafforzò i propri legami religiosi, con i santi protettori e quelli venerati nei Santuari ubicati lungo la costa Ligure.
Si diffusero a bordo le immagini sacre della Stella Maris, a cui rivolgersi quando le condizioni meteo mutavano e si era in balia di tempeste, con onde altissime.
Anche il Santuario della Madonna della Guardia sul Monte Grosso a Varazze, in posizione dominante sul mare divenne un riferimento per i naviganti.



Alcuni ex voto, presenti alla Guardia, raffigurano dei piroscafi lottare contro i marosi, con i pennacchi di fumo nero delle caldaie spinte al massimo, per navigare nel mare in tempesta.

Pescatori che nonostante una mareggiata, miracolosamente riescono ad arrivare sulla battigia di Varazze, riconoscibile con lo sfondo dell’Aspera

Un dipinto del 1943, raffigura un Mas, probabilmente costruito nella nostra città, lanciato alla massima velocità, un ringraziamento di un marinaio per essere ritornato dalla guerra.

Un articolo di giornale, incorniciato, riferisce dell’incendio di un piroscafo, nel porto di Rio de Janeiro, con i ringraziamenti di un nostro compaesano alla Madonna della Guardia per lo scampato pericolo.
Mentre gli ex voto marinai, sono dipinti che rappresentano navi in balia della forza del mare, quelli relativi alle tragedie sulla terraferma, raffigurano per la maggior parte, incidenti sul lavoro, dove il protagonista è l’uomo, che si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato.

Un quadro posto in alto a sinistra entrando in chiesa, raffigura lo scampato pericolo, capitato ad un muratore, durante la costruzione delle Colonie Milanesi, sopravvissuto ad un volo dal terzo piano.

Un altro ex voto, raffigura il raccapricciante volo di una giovinetta, che cade a testa in giù da una lunga scala, probabilmente durante la raccolta delle olive

Un bel dipinto, di un’amena radura, forse dirimpettaia au Cian De Gure è il ringraziamento per lo scampato pericolo a seguito di una caduta da un albero di un ragazzo.
Forse uno dei tanti Coggipigne che raccoglievano le pigne da ardere nella foresta di conifere della Guardia
Quanta umanità in quelle lapidi, targhe ed ex voti all’interno del Santuario di Nostra Signora della Guardia, c’è chi ha avuto il suo nome inciso a perenne ricordo, nel marmo, come un viatico per l’aldilà, in Paradiso.
Chissà invece che sorte avranno avuto tutti gli altri nomi, presenti nei racconti in calce ai dipinti degli ex voto.
Poveri cristi marinai, lavoratori che hanno avuto un momento di visibilità, prima di ritornare nell’oblio della gente comune.

Con Lino, Gian e Antonella, proseguiamo con la visita alla sacrestia e poi alla Cappella della Guardia.



Questo luogo di culto è stato eretto dove era la primordiale edicola votiva.

Impossibile lasciare questo luogo, senza godere dello spettacolo a 360° le nuvole oscurano il sole al tramonto e il cielo è un caleidoscopio di colori con uno spettacolare gioco di luci e ombre.
Davanti a noi lo spazio infinito del mare e la vista spettacolare delle vette del Beigua.

Alcuni escursionisti sostano in silenzio sul sagrato della chiesa, un ragazzo e una ragazza si attardano a guardare quell’immensità di cielo e mare, seduti su un masso.

Ci aspetta una piccola merenda da consumare nella foresteria della chiesa.

Ringrazio Lino e Gian per aver avuto la possibilità di visitare il Santuario.
Il complesso di Nostra Signora della Guardia e la Cappella è di proprietà della famiglia Invrea.
Un ringraziamento dovuto a Lino Conte, che con cadenza regolare, sale alla Guardia, meta preferita di molti escursionisti, a seguito di questa grande affluenza di persone, per effettuare dei controlli di sicurezza e di decoro, Lino cura anche la manutenzione del Santuario della foresteria e della Cappella.
