
Tutti a vedde i Cavalluin vei a Vase!
Uno spettacolo!
Proprio qui davanti a Santa Caterina, una sera d’inverno arrivammo a riva con la nostra barchetta, trasportati da un’onda, non di tanto, meno grande di quelle che ieri frangevano sul nostro litorale
Io e Roberto Granone, mio cognato, un pomeriggio andammo a pesca au Bullentin in su Vapure, una nave affondata negli anni 40, davanti alla foce du Spurtigiò.
Il sole era calato e la serata era piacevole, la pesca discreta Bughe, Menue, Rumbi, Suelli, pesce da frisse, ma sempre con la speranza di una preda prestigiosa.
Roberto si accorse che qualcosa non andava.
Troppu barchessu.
Ad un certo punto mi disse
– E un pò che vedo le luci del porto di Genova, apparire e scomparire-
– Sarà meglio che rientriamo,
si sta ingrossando il mare-
Ma con una lancetta a remi da u Vapure a S.Cateina, dove avevamo il posto barca, non bastava mezz’ora.
Ci prodigammo ai remi, dandosi il cambio.
Arrivati in vista del Nautilus ci tenemmo ben al largo, perché nel frattempo il mare rinforzato in quel lasso di tempo, già frangeva alto sugli scogli.
Superata la piscina, quello che vedemmo erano delle onde lunghe i Cavalluin, che arrivavano a bagnare quasi tutta la spiaggia.
Uno spettacolo che visto da chi è in mare a bordo di una barca, non ha niente di bello e per niente divertente.
Cosa fare? Andare a cercare rifugio in porto?
Forse quella era la cosa migliore.
Tentammo la sorte
Roberto si mise ai remi.
Si doveva prendere l’onda giusta che ci avrebbe portato a riva.
Ma non fu facile.
La lancetta doveva resta dritta perpendicolare, alle onde
Ad un certo punto la barchetta stava per capovolgesi, istintivamente feci da contrappeso.
Roberto vece virare la barca, eravamo diritti sopra le onde.
Ne passarono non so quante.
La barchetta era sollevata dalla mareggiata per poi precipitare nella risacca.
Le onde del mare sono in sequenza basta contare e arriva quella più grande delle altre.
Riuscimmo a indovinare contando o solo per puro culo l’onda lunga, quella che spinse la barchetta e ci deposito’ a riva.
Ricordo il gran rumore di ghiaia e pietre, quando la barchetta si areno’
Tirammo la lancetta a secco, non avevamo più niente di asciutto
Ma eravamo salvi.
