
Dopo un’ estate, che sembrava non dovesse finire mai, anche l’autunno regalava giornate piene di sole e di gente allegra in riva al mare.
Per la prima volta dopo tanti anni, lui aveva abbandonato quella ritrosia per la spiaggia. Si vergognava, dell’aspetto pingue, che aveva il suo corpo di settantenne
Adottava una sua tattica, cercava dall’alto della passeggiata, un posto nella spiaggia libera, stendeva l’asciugamano, si spogliava velocemente e poi entrava subito in acqua.
Lì nessuno poteva vedere la sua vistosa pancia.
E poi nessun bagno di sole, una rapida asciugata e via di lì.
Così fece in quell’estate.
Restava almeno un paio d’ore a fine pomeriggio in ammollo.
Era un buon nuotatore, ogni giorno, faceva la sua nuotata, arrivando oltre il limite delle boe, lì l’acqua era fredda, corroborante.
Gli riusciva molto bene fare il morto.
Chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare dalla dolcezza del mare.
Guardava verso la spiaggia, affollatissima là nel bagnasciuga c’era la vita, il divertimento, gli incontri e gli amori estivi.
E di quei ricordi, sbiaditi dal tempo, ne aveva tanti, ragazze conosciute a fare le vasche nel lungomare di Varazze o nei locali da ballo, portate in giro in pattino o intorno ad un fuoco di notte sulla spiaggia.
Ma era di lei il ricordo più vivo.
Era lì in quel tratto di mare dal molo di S. Caterina, che l’aveva conosciuta.
Lui non era più un ragazzino e lei una donna sposata.
Fu un’estate di incontri segreti, di fughe in auto, per una radura nell’entroterra, dove solo le stelle potevano vederli.
Altri incontri proprio lì, dove lui ora stava a fare il morto, con gli occhi chiusi, cullato dal mare.
Anche quella fu un’estate lunga e torrida.
Ad una ora prestabilita, lei arrivava, i loro corpi non visti, si immergevano, si attorcigliavano e poi riemergevano fra le onde.
Non esisteva niente di paragonabile con la tecnologia odierna.
Comunicavano solo con dei messaggi, lasciati all’interno dei tubi, di una bici abbandonata.
Poi con quell’ultimo biglietto, che ancora conservava, lei parti’ ritornò a Milano.
Non la rivide più.
Dopo qualche tempo, un vistoso cartello, con la scritta vendesi, campeggiava sopra il cancello della villetta, la casa delle vacanze di lei.
Ebbe come una strana sensazione, a guardare quella scritta, come di una cosa fatta in fretta e con tanta furia.Era forse una fuga da Varazze, per non tornare mai più?
Per anni, ogni estate, sperava di rivederla e quante volte aveva frugato in quella bici a cercare un suo messaggio.
Sapeva dove cercarla, aveva il suo indirizzo, si decise e con un lungo viaggio in auto, arrivo’ in quel paese dell’hinterland milanese, dove lei abitava.
Non dovette aspettare molto, la vide uscire di casa, tenendo per mano, una bambina, con capelli lunghi e neri
Era diventata mamma!
Ricordava bene quel suo viaggio di ritorno, tra singhiozzi e lacrime, gridando il suo nome al vento.
-Papa?-
Assorto in questi pensieri, aprì di colpo gli occhi!
Non era più solo, una donna era lì a poca distanza.
Ma era lei che aveva parlato?
Non era possibile
Era in controluce intravvide solo i suoi capelli lunghi e neri.
Lei sorrise e lo salutò, proseguendo la sua nuotata in perfetto stile a dorso.
La guardò allontanarsi.
Mille pensieri affollarono la sua mente
Gli sembrò di affogare.
Si aggrappò ad una boa ansimante .
La donna lo vide in difficoltà, tornò indietro…la guardò bene in volto era lei!
Lei mai invecchiata!
-Signore posso aiutarla? Gli chiese-
– No no grazie, solo un crampo-
– Se vuole la accompagno a riva-
– No non è il caso-
Ma lei lo seguì lo stesso, restando poco distante.
Raggiunsero la boa dei bagni marini, lui si ricordò della sua pancia e restò a bagno aggrappato al bordo.
Lei salì sulla boa, era una bella donna, quaranta, forse cinquant’anni, con il suo bel bikini nero e un bel corpo abbronzato
Gli chiese – Come va? –
– Bene! – rispose lui
Sorrisero ed iniziarono a parlare come vecchi amici.
Fu allora che alcune domande si fecero pressanti nella sua testa.
Poteva essere la figlia di quell’amore, di una lontana estate di follie?
Ma che pensiero sballato!
Non poteva essere!
Che strana combinazione però, aveva incontrato quella donna proprio lì, dove lui, per l’ultima volta era stato con quel suo mai dimenticato amore!
No non era possibile!
Ma era come lei, dolce, gentile, allegra.
Aveva mille domande…. la più importante…ma no….era sconveniente chiedere l’età a quella donna.
Ma avrebbe avuto la certezza
Lei somigliava molto a quel perduto amore, fisicamente….a parte gli occhi…
Guardava quegli occhi….. ipnotizzato, confuso, mille pensieri, un’esplosione di sensazioni.
Si sentiva svenire.
Strinse forte una corda della boa
Eterocromia.
I loro occhi…uguali
Ideato e scritto da Admara e Francesco Baggetti.
Eterocromia:Termine usato quando una diversa quantità di melatonina determina due colorazioni differenti degli occhi, può essere ereditario
