Una Notte

Ho un dolore osseo, profondo lancinante, l’antidolorifico endovenoso ha solo lenito un po’ le fitte che provo alle tre costole rotte

Posso solo stare coricato sul lato sinistro.

Mi duole il bacino e la schiena, dove sono le vertebre fratturate.

E un’altro bruciore intenso alla colonna vertebrale, tra le scapole.

Un colpo di tosse improvviso e alla fitta di dolore che mi arriva dalle costole, si somma quella delle vertebre dorsali è devastante, sembra che mi tagli a metà il torace

Si fa viva anche l’escoriazione al gomito sinistro.

Faccio un cenno all’infermiera e chiedo qualcosa per i miei dolori.

Mette delle gocce sotto la mia lingua.

Sono le due di notte, al Pronto Soccorso.

Sono stanco vorrei dormire.

Sono arrivato alle 20 con l’ambulanza, dopo l incidente.

Al mio fianco Papillon cerca ancora di scavalcare le sbarre del letto.

Per fuggire.

C’ è quasi riuscito.

Pover’uomo, mi parla ma non capisco del tutto, quello che mi dice – Sto bene, perché devo stare qui?-

Vuole andare a casa

Arriva il personale ospedaliero che lo rimette a posto coricato nel letto.

Non so quante volte tenta di scappare, mi sembra adatto il soprannome che gli ho dato Papillon.

La signora che bestemmiava contro le puttane, non c’è piu’ l’ho vista entrare in uno studio e udito ancora il suo bestemmiare oltre la porta chiusa.

Poi più nulla.

Un’altro anziano e’ dall’altra parte fermo immobile con la cannula dell’ossigeno

Sta dormendo e la sua respirazione è come un rantolo.

Il monitor della macchina dell’ossigeno emette i suoi impulsi.

Una serie costante di bip.

Sovrastati da uno singolo più potente.

Mi entra nella testa.

Mette ansia

Cerco di fare un pò di barriera alla luce delle plafoniere.

Formo due tappi di carta bagnata con l’acqua della bottiglietta, da mettere nelle orecchie.

Attenuano un pò qugli impulsi.

Voglio dormire.

Ma quei bip sono nella mia testa.

Non riesco a non pensarci.

E a pensare ad altro.

Ho sonno sono stanco ma non dormo.

Il cuore ha preso a battere veloce.

Improvviso incontrollabile mi succede qualcosa.

Divento inquieto le gambe si muovono per proprio conto, sudo, mi sento soffocare

Sono chiuso in una trappola mi sembra di essere in una buca profonda, e questo muro dove sta attaccato il mio letto mi sembra ancora più vicino più alto, incombente.

Mi aggrappo alle sponde mi gira la testa.

Gira tutto.

Sempre male alle costole e alla schiena

E quel bip incessante

Sento che sto per gridare.

Tiro giù e poi su, il lenzuolo che mi copre.

Cosa faccio?

Poi una persona nei miei pensieri, mi fa ricordare una cosa.

Mi aveva parlato di respirazione

Devo respirare!

A bocca aperta, dieci venti volte, non so quante volte ventilo.

Ritorno in me.

Mi guardo attorno.

Papillon sta tentando un altra fuga.

Nessuno si è accorto del mio panico.

Sono le 2.30 di notte.

Chiudo gli occhi

Ma cosa faccio? Tanto non riesco a dormire

Piano piano per non sentir dolore mi metto seduto.

Lentamente

Come un bradipo.

Ho le gambe nude a penzoloni oltre l’orlo del letto.

I gomiti sopra la sponda.

Resto lì a guardar l’andirivieni delle Pubbliche Assistenze

nel Pronto Soccorso

Portano persone sulla barella o con le sedie

Tutte anziane

Le vedo entrare poi uscire, sentir parlare dell’accaduto o non rispondere alle domande, alcuni sono ricoverati altri rimandati a casa.

Chi ringrazia e chi ha lo sguardo chissà dove

Una notte come tante al Pronto Soccorso.

Non per me

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