
“Ti devi parlo’ cun Baci”
Così mi fu detto e così feci.
Mi aspettava fuori dalla sua casa ad Alpicella, in una bella mattina di maggio.
Annotai qualcosa su un pezzo di carta, ma poi, il suo raccontare si snodò in tante altre storie, che divenne impossibile stargli dietro.
Rimasi ad ascoltare.
Parlava di un mondo che non esiste più, ma il racconto che più mi incuriosì fu quella di due ragazzi, che si ritrovarono a fare la Storia, senza neanche saperlo.
Erano due amici
Cresciuti troppo in fretta, si erano ritrovati insieme a ragionare e a far da uomini anche se non avevano vent’anni…in due.
Passavano le giornate ad impilar pietre, per rendere coltivabili quei poveri terreni nei pressi du Rian da Sera. Insieme a loro i prigionieri austriaci.
Un lavoro duro, per un tozzo di pane e nulla più, poveri cristi mandati a far di quell’enorme morena, tanti cubi di pietra
Conoscevano una ad una, le pietre di quei cumuli, oggi ancora lì a perpetrare ai posteri quell’immane lavoro.
Pelle e ossa, con le pance sempre vuote diventarono amici e complici
di scorribande, a rubar, per fame, frutta nella bella stagione.
Agili e abili rubagalline e conigli.
La facevano sempre franca.
Terminarono i rombi della Prima Guerra.
Erano gli anni della scelta, decidere se restare a ricostruire una nazione messa in ginocchio dal conflitto o emigrare come fecero in molti.
In California, dove già si era consolidata una comunità italiana.
Il lavoro oltreoceano, non mancava, ma la vita era molto dura e le notti la’ in America, lunghe da far passare.
E tutta quella ricchezza, ostentata a disprezzo della loro onesta povertà.
Il primo furto fu molto semplice, tanti soldi e nessun rischio.
Forse i proprietari manco si erano accorti di quei dollari che mancavano.
Come quando andavano a rubar galline e conigli, mai esagerare.
Li beccarono una notte, il solito spione li aveva venduti per quattro soldi
Invece dei dollari trovarono le colt spianate, degli agenti federali.
Finirono a s.Quintino.
Da quel luogo brutale ne uscirono, arruolati nella divisione Buffalo.
Avevano bisogno di guide, che conoscessero il territorio ostico della Liguria e che sapessero interagire con la popolazione, conoscendo il dialetto dei nostri bricchi.
Il patto era chiaro, al loro ritorno negli States a fine ferma, la pena anche se ridotta, la dovevano comunque scontare.
Arrivati al comando alleato di base a La Spezia, furono messi al corrente di una missione segreta.
Sbarcati da un sottomarino al largo di Varazze, dovevano percorrere la via del sale, verso la Guardia, arrivare sulle alture e aspettare ordini.
I tedeschi stavano preparando la via di fuga.
Dovevano intercettare un carico d’oro, che avrebbe preso la via dei bricchi, perché sulla normale viabilità, sarebbe stato facile da intercettare
Il tragitto più breve per raggiungere l’Oltre Giovo è quello di Fo Lungo.
Dovevano intercettare e facilmente impadronirsi di quel carico d’oro.
A qualsiasi costo.
Ma non ci fu bisogno di sparare un solo colpo.
Videro arrivare da lontano il mulo con quelle due casse sul basto.
Quella povera bestia, abituata a fare quel tragitto, avanzava lungo la mulattiera, senza bisogno del conducente
Il loro istinto di ladruncoli ebbe il sopravvento.
Come a rubar galline e i conigli, mai esagerare.
Prelevare un poco di quell’oro, quel tanto che nessuno se ne potesse accorgere.
Aprirono le casse, ma niente oro, quelle casse erano state svuotate e riempite di pietre!
E ora che fare chi avrebbe creduto alla loro storia?
Due avanzi di galera come potevano essere credibili?
A questo punto, era meglio fuggire, disertare e non tornare mai più in America
I parenti all’Alpicella li avrebbero aiutati.
Ma successe qualcosa che li fece desistere da quella decisione.
– Hai visto quelle pietre che erano nella cassa ?-
– Si ho pensato la stessa cosa-
– Sono quelle pietre che io e te conosciamo bene-
– Ma tu pensi che?-
– C’è solo un modo per saperlo-
Il racconto finisce qui, i due amici ritornarono in America.
A seguito della vittoria contro l’Asse, ci fu un’amnistia e i due amici, non tornarono più in carcere.
Non sappiamo se mai riuscirono a trovare quel tesoro, fra quelle centinaia di cumuli di pietra dau Rian da Sera
C’è chi dice che sia ancora là in chissà quale cubo di pietra.
Francesco Baggetti
