
Questa giornata inizia con il ricordo di De Andre’ oggi, 25 anni fa.
I suoi brani, insieme a noi negli anni più belli della nostra vita.
Una 500 blu, due amici, una notte e quella strada troppo lunga da fare con le luci accese.
D’inverno.
Il freddo addosso.
Che ti entra nelle ossa.
Dover badare ai fossi e alla neve.
– Attento che c’è il ghiaccio!-
Oltre i bricchi.
Per che cosa poi?
Tanto lei non ci sarà.
A trovarla poi in mezzo a tutte quelle facce, sempre le stesse di ogni sabato sera!
In quel dancing nei prati di Acqui.
Quanta gente!
Ma da dove sarà arrivata!
-Taci che stasera faremo 100 km e manco un giro di pista!-
E si rideva di nulla, di belinate.
C’era voglia di divertirsi negli anni 70.
La gente cantava e faceva casino all’uscita dei locali.
Ma mica perché era ciucca, era così un po’ dappertutto.
Molto diverso da oggi che vogliono farci ridere.
Distrarre, per non farci pensare
E non è la stessa cosa!
A mezzanotte avevamo già fatto tutto.
Ballato, scherzato, bevuto.
E c’era la fila dal guardaroba, anche perché tanti come noi avevano ancora un’ora d’auto.
Le ragazze imbaccucate nei cappotti, con la finta pelliccia.
E noi ometti?
Ma scherzi!
Giubotto alla Fonzie senza sciarpa e neanche il berrettino.
Mica come i maschi di oggi!
Con la sciarpetta al collo
Però il freddo alla schiena quello, belin se me lo ricordo!
E si allungava il passo per arrivare dalla scatoletta.
-Ma dove l’abbiamo messa?-
-Così lontana?-
-Eccola!-
Quel macinino partiva sempre!
Bella forza ero io il meccanico!
Melazzo poi Cartosio.
La direzione era quella giusta.
Si apriva un poco il deflettore per far uscire il fumo delle Marlboro.
-Ricordati del ghiaccio che sabato scorso siamo finiti nel prato.-
-Ma se mi sono fermato prima del fosso!-
Ecco in mezzo a questa campagna ci stava bene una bella;
“Dormi sepolto in un campo di grano”.
prima della Pesca l’immancabile:
“Marinella che sei volata in cielo sopra una stella”
seguita da:
“Vecchio professore che cosa vai a cercare in quel portone”
e quel brano che diceva:
“Aveva un solco intorno al viso”
Capito con che razza di roba siamo cresciuti?
Quattro canzoni stonate ed eravamo già a Sassello!
Città d’origine.
L’ auto che era davanti, aveva messo la freccia, era arrivata.
Ora da soli verso i Zuvi.
Qui la neve era più alta della scatoletta
Al Giovo però niente cantate.
Qui non si scherzava più
Rallentavo la scatoletta con la doppietta, senza frenare.
A San Giustina era fatta!
Meglio dell’altra volta quando abbiamo tolto le catene.
dal Salto.
-Andiamo dritti pe Arbisoa allunghiamo.Ma facciamo mille curve in meno!-
A Steia finiva la neve.
Arbisoa le prime auto
-Facciamo un puttantour a Savona?-
-Ma è tardi fa freddo.-
-Va be’ andiamo.-
E allora ancora una cantata:
“La chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore sopra ogni cosa”
Ma non c’era nessuno, anche loro, tutte a dormire.
Giriamo dalla Toretta lasciamo Savona.
Il rombo della Mille Miglia, la marmitta after market, che faceva tanto figo, nelle gallerie.
Il mare di Roglio una cosa nera immobile.
Ma siamo arrivati.
Varazze manco un cane.
Ancora una Marlboro l’ultima, fermi sotto casa.
-Sabato andiamo a Spigno?-
Marinella, Piero, Bocca di Rosa e tutte le altre
Questa giornata inizia con il ricordo di De Andre’ oggi, 25 anni fa.
I suoi brani, insieme a noi negli anni più belli della nostra vita.
Una 500 blu, due amici, una notte e quella strada troppo lunga da fare con le luci accese.
D’inverno.
Il freddo addosso.
Che ti entra nelle ossa.
Dover badare ai fossi e alla neve.
– Attento che c’è il ghiaccio!-
Oltre i bricchi.
Per che cosa poi?
Tanto lei non ci sarà.
A trovarla poi in mezzo a tutte quelle facce, sempre le stesse di ogni sabato sera!
In quel dancing nei prati di Acqui.
Quanta gente!
Ma da dove sarà arrivata!
-Taci che stasera faremo 100 km e manco un giro di pista!-
E si rideva di nulla, di belinate.
C’era voglia di divertirsi negli anni 70.
La gente cantava e faceva casino all’uscita dei locali.
Ma mica perché era ciucca, era così un po’ dappertutto.
Molto diverso da oggi che vogliono farci ridere.
Distrarre, per non farci pensare
E non è la stessa cosa!
A mezzanotte avevamo già fatto tutto.
Ballato, scherzato, bevuto.
E c’era la fila dal guardaroba, anche perché tanti come noi avevano ancora un’ora d’auto.
Le ragazze imbaccucate nei cappotti, con la finta pelliccia.
E noi ometti?
Ma scherzi!
Giubotto alla Fonzie senza sciarpa e neanche il berrettino.
Mica come i maschi di oggi!
Con la sciarpetta al collo
Però il freddo alla schiena quello, belin se me lo ricordo!
E si allungava il passo per arrivare dalla scatoletta.
-Ma dove l’abbiamo messa?-
-Così lontana?-
-Eccola!-
Quel macinino partiva sempre!
Bella forza ero io il meccanico!
Melazzo poi Cartosio.
La direzione era quella giusta.
Si apriva un poco il deflettore per far uscire il fumo delle Marlboro.
-Ricordati del ghiaccio che sabato scorso siamo finiti nel prato.-
-Ma se mi sono fermato prima del fosso!-
Ecco in mezzo a questa campagna ci stava bene una bella;
“Dormi sepolto in un campo di grano”.
prima della Pesca l’immancabile:
“Marinella che sei volata in cielo sopra una stella”
seguita da:
“Vecchio professore che cosa vai a cercare in quel portone”
e quel brano che diceva:
“Aveva un solco intorno al viso”
Capito con che razza di roba siamo cresciuti?
Quattro canzoni stonate ed eravamo già a Sassello!
Città d’origine.
L’ auto che era davanti, aveva messo la freccia, era arrivata.
Ora da soli verso i Zuvi.
Qui la neve era più alta della scatoletta
Al Giovo però niente cantate.
Qui non si scherzava più
Rallentavo la scatoletta con la doppietta, senza frenare.
A San Giustina era fatta!
Meglio dell’altra volta quando abbiamo tolto le catene.
dal Salto.
-Andiamo dritti pe Arbisoa allunghiamo.Ma facciamo mille curve in meno!-
A Steia finiva la neve.
Arbisoa le prime auto
-Facciamo un puttantour a Savona?-
-Ma è tardi fa freddo.-
-Va be’ andiamo.-
E allora ancora una cantata:
“La chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore sopra ogni cosa”
Ma non c’era nessuno, anche loro, tutte a dormire.
Giriamo dalla Toretta lasciamo Savona.
Il rombo della Mille Miglia, la marmitta after market, che faceva tanto figo, nelle gallerie.
Il mare di Roglio una cosa nera immobile.
Ma siamo arrivati.
Varazze manco un cane.
Ancora una Marlboro l’ultima, fermi sotto casa.
-Sabato andiamo a Spigno?-
Due amici.
