
Faceva la bibliotecaria.
Le piaceva, i libri erano da sempre la sua passione, ma quella biblioteca era particolare. Custodiva una grande collezione di botanica.
Volumi rarissimi alcuni, riposti con cura nelle antiche librerie di noce, tutte intarsiate.
Tutto iniziò, quando insieme ad una folata di vento, entrò una giovane donna.
Capelli a caschetto neri, occhi grandi e profondi.
Si avvicinò al bancone e con voce sommessa, le disse il titolo di un libro.
Non ricordava di averlo mai sentito, che strano.
Guardò sul computer.
Era nello scaffale che lei chiamava dei libri dimenticati.
La ragazza fece un sospiro e poi prese a leggerlo, con avidità, a volte sorridendo, a volte con sguardo cupo.
Le era parso che una lacrima fosse scesa sul suo bel volto.
Quella giovane donna, tornò, tutti i giorni per settimane.
Lei la aspettava, tirava fuori il libro da sotto al bancone, lei lo prendeva con un timido sorriso e leggeva, per ore.
Un giorno le si sedette accanto e le chiese cosa avesse quel libro di così interessante.
Doveva forse fare una tesi?
La ragazza la guardò e le chiese a bruciapelo:” Lei crede all’amore? Quello vero intendo”
“Quello che unisce due persone per l’eternità, quello che dura anche dopo la morte” .
“Quello che ti fa incontrare anche nelle prossime vite, in qualunque luogo si possa rinascere?”
Lei la guardò perplessa, non sapeva cosa rispondere, da lei l’amore non era mai arrivato.
Amava i libri e basta.
Quel vecchio libro, era un erbario, dove erano annotati in bella grafia, i nomi delle piante, nomi in latino e di come erano chiamate in volgare, se erano officinali, aromatiche o ornamentali
Bellissimi i disegni e nella pagina in alto a destra, un francobollo di tela, era impregnato dell’essenza delle piante
Il lettore, poteva avere così, anche il profumo, l’odore, ricavato da ogni singola specie botanica
In una delle pagine iniziali, una scritta in latino dava le istruzioni d’uso, come rinnovare le essenze e faceva riferimento ad un secondo volume, che per ogni specie ne indicava le proprietà le ricette e l’uso lecito o proibito.
Quando si sfogliava, le pagine di quel libro, rilasciavano ancora evanescenti profumi.
Alcune pagine erano più consunte da chi prima di loro aveva sfogliato quell’erbario.
La ragazza, chiamò la bibliotecaria e le fece leggere una scritta a lapis, sbiadita su una pagina del libro, che recitava “Possa questo profumo riportare a me il mio mai dimenticato amore”
La pianta disegnata sul fronte di quel foglio con quei delicati fiori celesti era un “Non ti scordar di me”
“Sono io che ho scritto queste parole”
” E lui ritornò?” chiese la bibliotecaria.
Ma poi ebbe un sussulto!
“Ma come sarebbe l’ha scritta lei? Questo libro ha più di cent’anni e appartiene alla biblioteca da almeno sessanta”
Ma non ebbe risposta, una folata di vento entro’ dalla porta, chi l’aveva aperta?
Si voltò, ma quella giovane donna
capelli a caschetto neri, occhi grandi e profondi non c’era più.
Un biglietto sul tavolo …..”Ognuno di noi ha un perduto amore , forse non in questa vita, ma in una passata. Cercalo, perché lui ti stà aspettando”
Rimase allibita e sconvolta.
Alzò lo sguardo da quel biglietto. Incontrò due occhi azzurri che la guardavano con gentilezza.
“Mi scusi, sto cercando un antico erbario, mi può aiutare?”
Nell’aria il profumo dei Non ti Scordar di Me.
Francesco Baggetti
