
Cogoleto è stata sempre legata a Varazze e Arenzano, per questioni di lavoro in terra e sul mare.
Che si tradussero anche in unioni famigliari.
Cogoleto per le sue attività di pesca e di piccolo cabotaggio, si fornì sempre presso i maestri d’ascia di Varazze e i calafati di Arenzano.
In queste due città hanno sempre lavorato i “Marinai Montanari” di Cogoleto.
Risultano agli atti, alcune litigiosità, anche se lontane nel tempo, come la Lite Secolare tra Varazze e Cogoleto per una terra da pascolo, dove ci scappo anche il morto.
Leggendari gli scontri fra quelli de Sciarburasca i Casanovin e gli “Arpiscellin” per delle controversie terriere in località Deserto.
E anche spedizioni punitive con scazzottature, per motivi di cuore,
Nell’epoca delle scorribande saracene, queste tre città stipularono un patto e divennero i “Fratelli della Costa”
In caso di un imminente sbarco saraceno accorrevano per difendersi reciprocamente.
Da documenti medievali anche Cogoleto assunse diversi toponomi, Cogoretio, Cogoreo, Cogoretium, Cogoletum, Cogoljtus ma anche Cocurezzu e Cogoleno.
Ai tempi dell’invasione romana, esistevano già i toponimi Sciarborasca e Lerca.
Quando i romani fondarono su quelle alture, la stazione di Hasta, si accorsero che in quel territorio, esistevano vasti giacimenti di Pietra dei Greci, dalla quale dopo opportuna cottura si ricavava una polvere volgarmente detta Calcina.
Le vaste foreste circostanti, potevano garantire il molto legname necessario per la cottura delle pietre.
La calce qui prodotta, era trasportata via mare, a bordo delle navi da carico che trovavano approdo nella località del Portigliolo.
Primordiale scalo romano, poi sede di pirati dove in seguito sorse una fabbrica di gallette, un’alimento che si conservava per molto tempo, ideale per i viaggi in mare.
Ora la località del Portigliolo sta per essere stravolta, dall’ennesima riqualificazione urbanistica, che probabilmente cancellerà definitivamente, alcune delle sue testimonianze storiche .
Nelle foto, lo stabilimento della Tubi Ghisa e il bel ponte ad sesto acuto della camionale, poi l’antica fornace e relativa cava, in località mulino della Rocca.
La bellissima fornace Bianchi aperta alle visite in località Donegaro e la fornace presso il comando della polizia locale.
Cogoleto ha mantenuto queste belle testimonianze di archeologia industriale.
Anche nel territorio del comune di Varazze esistevano due edifici di antiche fornaci per la produzione della calce.
Ben conservata è a Furnosce da Custo’ e a Furnosce de Muin sciu da Teiro in località Defissi.
C’è un detto zeneise, che quando u Boccia, l’aiutante muratore, prova per le prime volte la non facile tecnica dell’intonacatura, u Baccan il Capomastro, si rivolge alla malta e le chiede di essere benevola con l’apprendista muratore
“Tacchite casin-a che u meistru u l’e’ nou”
Con Gianni e Antonio due signori di Cogoleto a cui chiedo delle informazioni, presso la località del Mulino della Rocca, si parla delle fornaci ancora attive nell’700 e l’immancabile paragone con le fabbriche di Cogoleto, che davano lavoro anche a molte persone di Varazze compreso mio papa’ nella Tubi Ghisa.
N° di cartellino 707.
Le grandi fabbriche presenti a Varazze e Cogoleto, sono tutte scomparse.
Cogoleto era una città industriale, oggi della Stoppani dopo lo smantellamento rimane solo un’enorme piazzale e dopo i lavoro di bonifica, una gigantesca montagna artificiale in località Mulinetto.
Mentre il destino dei cantieri navali è stato diverso lasciando il posto ad un palazzo.
Resistono anche se desolatamente vuoti al centro della città, i capannoni della Tubi Ghisa già ILVA e poi Italsider.
Una grande storia industriale, che ha dato lavoro e prosperità a molte famiglie non solo di Cogoleto ma a tutte le città “Fratelli della Costa”
