U Garbu dell’Ueggia

Una cosa curiosa, può essere lo spunto per un verosimile racconto.

“Locus auscultare sine viso.”

(Un luogo dove ascoltare senza essere visto)

U Baccan di massachen, ricevette questa strana richiesta dal Podestà, ma che cosa voleva dire e perche’ poi parlar in latino?

“Duman se vedemmu quandu u fa giurnu”

Aggiunse il Podestà.

Intuendo la perplessità di quell’uomo.

E così al primo canto del gallo, non senza timore, quel bravommu du Baccan si approcciò al costruendo palazzo del Minor Consiglio.

L’ex granaio pubblico agli inizi del 700 divenne Palazzo di Città

I lavori della facciata erano quasi ultimati.

Con la posa in una nicchia, della bella statua del Beato Jacopo e di altre due statue

Ma le impalcature ancora ingombravano, il palazzo e la Porta della Loggia

Fu proprio sotto il porticato di quell’antica porta, una dei cinque accessi al Borgo e Borghetto, che il Podestà lo stava aspettando.

Insieme a lui anche una donna con dei fogli di carta arrotolati e uomo che aveva infilata nella spalla una scala.

Mai visti prima.

Si capiva che erano lì, ben prima che lui arrivasse

Si percepiva a pelle, il calore che emanavano quelle lucerne.

Da chissà quanto tempo accese.

Sul muro era stato marcato un grande cerchio

Li’ doveva essere fatto “Uno grosso pertugio con ferriata”

Sentenzio’ il Podestà

U Baccan era abituato a quelle strane richieste e non diede voce alle sue pur leggitime domande.

Fu creato un foro in quel muro e messa la grata.

Nel porticato di quella ex porta, della cinta muraria medievale della nostra città.

Poi ingentilita da l’intonaco bianco e con la posa in opera delle sedute in pietra.

Un’invito esplicito a fermarsi a far due chiacchere.

Un luogo dove ripararsi in caso di pioggia

Quel bel porticato, divenne un luogo di incontro dei sudditi della Repubblica di Genova.

Li su quelle panche in pietra, erano soliti ritrovarsi i Consiglieri prima dei dibattiti al Minor Consiglio.

Ma anche luogo di accesi scontri verbali.

Dello sparlare di questo o quell’altro personaggio pubblico della città

Postu da ciattelle, cuntamusse e cuntaballe!

Non un filo di luce trapelava verso l’esterno da quell’apertura tonda.

Ma tutto si sentiva da quel pertugio!

C’era chi in una stanzetta al buio, sutta quellu barcunettu riundu, aldilà del muro, auscultava ogni parola

Se serviva annotare qualcosa di importante, bastava la luce di una candela.

Non si è a conoscenza del perché poi ” il grosso pertugio con ferriata” fu chiuso.

A questo punto può essere presa in considerazione la raccontazione popolare.

Che in spregio al potere del palazzo, i cittadini avevano preso la bella abitudine di gettare attraverso quell’apertura ogni sorta di rumenta.

Gli strumenti escogitati dal potere, per tenere sotto controllo il popolo sono diversi.

Il più antico ed efficace è il sacramento della confessione, dove già nella penombra della prima pieve cristiana, il confessore era messo a conoscenza di cose indicibili segrete dei fedeli della sua comunità.

Quasi tutte le chiese conservano uno spioncino, dove è possibile vedere, senza essere visti, chi è presente alla messa.

Il potere laico, da sempre utilizza i delatori per mantenete il controllo sui cittadini.

In forma anonima o esplicita per ideali politici, ma anche per invidia e gelosie

Per un paio di scarpe e per quattro soldi erano consegnati agli aguzzini conoscenti e famigliari

Questa vergogna sociale fu particolarmente in voga durante la seconda guerra mondiale.

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