
Le trincee du Riva’ sopra u Vigno’ a Cantalupo, erano postazioni di seconda difesa, nella folle strategia di una guerra già persa in partenza
Un pazzo, succube dell’alleato nazista, decise, dopo l’8 settembre 1943, di continuare quell’inutile sanguinosa guerra di aggressione
Il servizio segreto britannico, riuscì a rendere credibile il suo depistaggio e così in quel tragico periodo, gia’ segnato da lutti e rovine, c’era anche l’incubo di un probabile sbarco alleato, nel golfo di Genova, che fu fortificato con un poderoso muro antisbarco, bunker e piazzole per cannoni.
Una seconda, disperata, linea di difesa fu scavata da un derelitto esercito italiano, nei nostri monti.
Ma fu tutto inutile assurdo anche solo pensare a quello che invece fu scavato, sconvolto e perso, lungo la costa e nel nostro entroterra.
Oggi i residui, alcuni ancora ben conservati, di questi trinceramenti, sono visibili nei boschi.
Le trincee del Riva’ sono una testimonianza, cruda e violenta che contrasta con panorami di incomparabile bellezza, visibili da quassù.
Come si poteva pensare che il mondo visto da quassù poteva essere sconvolto dalla follia della guerra?
I nostri vecchi ci raccontano di prigionieri e di giovani soldatini dagli accenti foresti, impegnati nella costruzione di queste opere di difesa.
Oggi le trincee sono raggiungibili, facendosi largo con fatica, tra le eriche arboree che hanno colonizzato il versante marino del Riva’
A volte se ne intravvede a malapena il tracciato a causa di smottamenti.
In certi punti è impossibile proseguire, le trincee sono fagocitate da un’impenetrabile massa vegetale, come a voler conservare su questo bricco, la memoria di un periodo buio della nostra Storia.




