
Domenica 9 giugno ci sarà la visita guidata del Santuario di Nostra Signora della Croce a Castagnabuona.
Nella stessa giornata, saranno esposte le bellissime collezioni di Giusi e Antonietta, Santini, Messali e alcuni Quadretti Devozionali
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I Santini erano conservati nei taschini, dentro un cappello chiusi nei portafogli o nelle borse delle donne
Era uso tenerli fra le pagine come segnalibri
Oppure fissati alle porte delle stalle, come quelli di S.Antonio, protettore degli animali.
Se sono mancanti di un angolo è perché molto probabilmente e stato fatto ingerire ad un persona malata.
La malavita organizzata ne fa spergiuro, utilizzandoli durante le loro macabre cerimonie.
I Santini nascono come forma di devozione, a metà del 1400, con le immagini della Madonna, Gesù e dei Santi
Si diffondono nel 1500, quando monache e frati di clausura, dipingevano piccole immagini, su carta, per persone facoltose, da conservare all’interno dei libri da preghiera
Diventano vere e proprie opere d’arte, esemplari unici di grande bellezza e laboriosità, come i famosi canivets prodotti a partire dal 1700.
I canivets hanno il bordo finemente intagliato come un pizzo.
Questa forma di devozione fu proibita nei paesi protestanti
Grandi produttori di Immaginette sacre furono i Gesuiti.
Il Consiglio di Trento nel 1563 per evitare abusi, divise i Santini in devozionali e di culto.
I Santini devozionali, venerano l’effige sacra riprodotta.
Quelli di culto, sono quelli che narrano storie e miracoli.
Il Santino si adegua alle migliorie di stampa, con la tecnica di stampa a punzone, si possono produrre in serie supporti in canivets, a contorno delle immagini.
Continua anche in questo periodo storico, dipingere Santini sempre più ricchi di colori, con dorature, l’inserimento di fiori secchi e reliquie
A partire dal 1870, con l’avvento della fotografia le foto sono inserite nei Santini, paesaggi santi e santuari ecc. sono colorati a mano.
A fine 800, inizi del 900, i quest’arte sacra ha la maggiore diffusione.
I Santini sono stampati, per essere diffusi fra gli strati popolari dei fedeli, destinati a chi era analfabeta e privo di cultura.
Per insegnare la fede cristiana imitando il catechismo.
È considerata una forma d’arte minore, anche se fino agli anni 20 erano realizzati anche da pittori poi divenuti celebri
La qualità artistica e del supporto cartaceo del Santino decade fra le due guerre mondiali.
Negli anni 30, il Santino sarà in bianco e nero come le foto dell’epoca.
Successivamente, negli anni 40/60, ritorneranno i colori molto gradevoli dal punto di vista artistico
Oggi i Santini, sono un oggetto da collezionisti, ma sono conservati, anche come ricordo di eventi significativi
La retorica, delle scene raffigurate è molto diversa da come oggi è praticata la fede cristiana.
Ma è un prezioso documento dell’evoluzione storica della chiesa.
Giusi così definisce i Santini
“In queste immagini sacre, si sente un mondo quasi incomprensibile oggi, ma pieno di poesia e di vita vera, vissuta con dignità e con un sano rispetto del sacro, che riempiva i misteri che fanno parte di ognuno di noi.”
