E Bumbe a Vase

In questi giorni, nel 1944 in un aeroporto della Puglia, in quel pezzo d’Italia, liberato dagli alleati, dopo lo sbarco in Sicilia del nove luglio del 1943, si stava pianificando il bombardamento della nostra città, che sarà poi effettuato il 13 giugno.

L’obbiettivo doveva essere la linea ferroviaria, che con un ponte, al centro della città, superava il fiume Teiro.

Far saltare un ponte in ferro, voleva dire bloccare per molto tempo la ferrovia e con essa eventuali trasporti di truppe, magari di rinforzo verso la Costa Azzurra, dove a Cannes, il quindici agosto del 1944 era già previsto lo sbarco alleato, e poi c’erano quei treni armati, unica arma a difesa delle nostre coste, che poteva impensierire gli alleati, in caso di sbarco.

I cinque treni armati, presenti in Liguria, furono requisiti dai tedeschi dopo l’otto settembre e messi in disarmo a qualcheduno fu smontato un cannone, e utilizzato a difesa delle spiagge, ma erano comunque sempre potenziali pericoli.

Tagliare in due la linea ferrata, voleva dire renderli inutili.

Ma fu veramente fatto un errore, nello sgancio di quelle bombe, che mancarono il bersaglio e finirono in via Malocello e via Carattino?

Gli aerei americani avevano un sofisticato sistema di puntamento, il Norden, che con l’inserimento dei dati necessari, velocità altezza ecc. aveva una buona precisione, ad esempio un bombardiere americano, riusciva a lanciare un ‘ordigno da 6000 metri d’altezza e centrare un obbiettivo nel raggio di 30 metri.

Gli aerei che bombardarono Varazze, erano dei B25 e non si sa, se erano dotati di questa apparecchiatura, molto probabilmente però, non fu usata, chi ha assistito al passaggio degli aerei, nei pressi della località

Gambun, ricorda, che dopo il primo passaggio, fatto ad alta quota, i bombardieri, avevano invertito la rotta, ritornando a bassa quota sul cielo della nostra città sorvolando u Vignò, un’altra testimonianza, dalle alture di Cogoleto, ricorda di aver visto, la serie di esplosioni, che distrussero parte del centro storico e molte altre bombe che esplosero in mare, come a volersi disfare del carico di ordigni, prima di intraprendere il lungo viaggio verso la Puglia all’aeroporto di partenza .

Fu fallita la distruzione del ponte o era il centro storico

il vero obbiettivo di quegli aerei?

C’erano delle armi dall’Assunta?

Con il procedere del conflitto, gli anglo americani fecero proprie le tattiche, sperimentate dai tedeschi, nei bombardamenti su Londra, era la guerra totale, non solo obiettivi militari, ma anche contro la sua economia e le infrastrutture, effettuate, inevitabilmente, coinvolgendo anche i civili.

Una strategia in grado di distruggere il morale della popolazione.

Furono bombardate le grandi città del nord, Torino, Milano e soprattutto Genova, vittima del primo bombardamento a tappeto su una città italiana, effettuato di giorno e proseguito nella notte, del 22 ottobre del 1943, dove molte furono le vittime civili.

L’intensificarsi dei bombardamenti, sui centri abitati, ebbe due effetti, in un primo tempo, ci fu un’ondata di risentimento, verso gli alleati, ma poi vista, l’incapacità degli eserciti dell’asse di reagire, allo strapotere anglo americano, i cittadini sfiniti, dalla fame e dalla paura, iniziarono a chiedere la fine della guerra, anche con gli scioperi nel triangolo industriale.

Ma nonostante tutto questo e anche dopo l’otto settembre, il folle, che aveva portato un povero paese, in una guerra persa in partenza, succube dell’alleato germanico, decise di continuare con la mattanza degli italiani.

Seppe solo dire, a chi gli chiedeva che cosa fare, “disperdetevi nelle campagne”.

Nei prossimi giorni, pubblicherò in due parti, la storia di una famiglia, travolta nella nostra città dagli eventi della guerra.

Vorrei dare così, il mio piccolo contributo al ricordo di quelle 51 vittime innocenti del 13 giugno 1944 a fine conflitto furono 70, gente comune, povera gente sempre la stessa a soccombere, quando scoppia una guerra……. una bomba….o un’epidemia

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