di Francesco Baggetti
Carlino era il più piccolo dei fratelli, ma si capiva che era speciale.
Quando aveva tra i piedi un pallone
I due fratelli maggiori, che se chiudo gli occhi rivedo, erano fatti di un’altra pasta.
Si diceva che prendevano tante botte, ogni sera quando il papà rincasava.
Era uno di quegli uomini, bestie da lavoro, i minatori, che stavano costruendo l’autostrada.
Senza la bottiglia del vino non sarebbero mai entrati dentro quei buchi
Serviva per stordirsi e poter resistere a scavar dentro la montagna.
Con la polvere nei denti e le ossa squassate dai barramine.
E dimenticare quel lavoro da bestie.
C’era l’inferno lì dentro!
Dopo il lampo della dinamite, si giocavano ogni giorno la pelle.
A star sotto quelle rocce spaccate, sempre a rischio di venir giù.
Il Capo Avanzamento era il primo che entrava e poi dopo il suo ok, entravano gli altri.
Quel giorno non aveva visto quella crepa.
E così avvenne il crollo, improvviso, mortale.
Non si può morire così, a due giorni dalla pensione!
Il capo partecipò al recupero del povero operaio.
Poi sparì nessuno sa dove.
Dicono che sia scappato in Brasile, poi mangiato da un giaguaro.
Per non dire che è in un pilastro della camionale.
Quel giorno la notizia viaggiò veloce, di bocca in bocca fino alla periferia della nostra citta
Dove c’era il nostro campetto da calcio.
Un quadrato spellacchiato di terra e pietre.
Arrivò la mamma di corsa a chiamar i tre figli
Era successo qualcosa di terribile, dentro una montagna tra Varazze e Celle.
Mi ricordo quei ragazzini pensarono a quel loro papà manesco.
Ma che portava lo stipendio tutti i mesi.
Per la disperazione, Carlino tirò verso l’alto il pallone, che fini nelle spine.
Sarà ancora lì quella palla.
Era andata bene, suo papà fu solo sfiorato dal crollo.
Ritardo’ a rincasare e da quella sera, non alzò più le mani sulla moglie e i figli
Storie dimenticate di gente comune.
A gambe nude, sporche di sangue e terra, i ragazzini come me giocavano interminabili partite e lui Carlino il migliore di tutti.
Dopo quel tragico giorno
Ogni tanto, capitava di vedere, il papà di Carlino, con le dita appese alla recinzione.
A guardar quattro ragazzini, tirar calci ad un pallone in quel campetto di periferia…..di terra e pietre.

