Fine estate, tempo di bilanci per i viperai, i Ciappabisce.
Questa attività oggi scomparsa, di solito iniziava ai primi di agosto, c’era chi riusciva a catturare anche 200 vipere!
La vipera è stato l’animale piu perseguitato e sterminato con un’accanimento assiduo, feroce e morboso.
Catturata per essere sfruttata e manipolata in innumerevoli ricette intrugli pozioni e antidoti per profitto o per potere.
Poche le voci degli animalisti in difesa di questo rettile.
A Vipera l’Aspesurdu u Marassu e Oscelee, Rattee, sono sempre presenti nei racconti delle persone anziane del nostro entroterra.
Impossibile fare una conta delle storie leggende e dicerie che hanno come protagonista la vipera.
Le prime comunità umane, presenti nel nostro nord ovest, avevano una cultura antropocentrica, che demonizzava serpenti e vipere.
Il serpente era abbinato ad alcune divinità femminili mediterranee, i capelli lunghi delle donne, se sotterrati in una notte di plenilunio si trasformavano in serpenti.
Si dice che alcuni capelli, di una donna con le mestruazioni, se messi nell’acqua si agitano come serpentelli.
Chi mangiava carne di vipera acquisiva nuova forza.
Quella di serpente invece, era consumata per conoscere il potere del linguaggio dei fiori e delle erbe.
La Teriaga è stato il piu famoso e antichissimo intruglio, di ben 54 ingredienti compresa la vipera, che secondo chi lo produceva, era capace di combattere i veleni prodotti dal corpo umano e alleviare mal di testa, di stomaco e i disturbi della vista e dell’udito.
Era venduto ancora nel XX secolo
Le vipere erano utilizzate nelle Ordalie, un’ antica pratica giuridica dei popoli nordici, per stabilire innocenza o colpevolezza.
Per attestare la sua innocenza l’accusato, doveva superare delle prove come quella di camminare sui carboni accesi, stringere un ferro arroventato, immergersi nell’acqua bollente o bere il veleno di una vipera.
La chiesa non ostacolava queste pratiche, che erano equiparate al giudizio di Dio
Nei nostri boschi, facevano tana, esseri maligni, diavoli con le sembianze di rettili con la cresta.
Erano i basilischi
Durante le veglie, gli anziani tramandavano gli incontri che avevano fatto gli avi, con questi rettili di grandi dimensioni, muniti di creste sul capo e si diceva che erano a guardia di pietre preziose
Se la vipera faceva paura per il suo veleno, i serpenti erano temuti, perché si diceva che succhiavano il latte dal seno delle donne e da quello degli ovini.
Per tenere lontano da tende o recinti le vipere, si utilizzava la cipolla tagliata a fette.
Fino a qualche decennio, fa i contadini integravano la loro magra economia, con la cattura, ma anche l’allevamento delle vipere.
Da inviare alle industrie farmaceutiche, per produrre il siero antivipera.
I viperai scrutavano il tempo, se il cielo era coperto e incombeva un temporale, quelle erano le condizioni migliori per fare una buona caccia di serpenti e vipere.
I rettili erano come rallentati nelle loro movenze, in attesa dell’acquazzone e a detta di alcuni, si potevano prendere come si fa con le lumache.
I Ciappabisce, partivano all’inizio di agosto, con un sacco e delle pinze di legno.
La vipera la si trovava sempre, oltre gli 800 metri di altitudine.
Al ritorno della caccia, i rettili erano conservati nei cassoni oppure nelle damigiane.
Il grande Galeno diede il suo consenso all’uso di un farmaco a base di vipera.
A Roma erano i Gesuiti che detenevano le ricette segrete e che preparavano, per i più svariati usi, lozioni pozioni e medicine con il principio attivo delle vipere.
La fortuna commerciale di intrugli e pozioni miracolose, arricchì farmacisti e venditori ambulanti, imbonitori e imbroglioni, che nelle piazze dei paesi esaltavano le prodigiose proprietà dei loro preparati.
In qualche località del Bel Paese molto probabilmente ancora oggi, ci sarà qualche megera, che preparerà su commissione qualche pozione “magica”
Polvere di carne di vipera, cuore, fegato e il grasso, erano usate per le ferite e le contusioni.
Contro l’invecchiamento della pelle e per migliorare l’incarnato.
Creme ancora oggi in commercio con la denominazione, siero viso antirughe
Prima dell’antitodo, si usavano sistemi empirici e riti magici, contro il veleno della vipera.
Scorza di frassino messa in ammollo con la luna piena.
Un’altro rimedio era quello di interrare il piede della persona morsicata dalla vipera, per scaricare il veleno.
Nell’entroterra di Voltri si conserva memoria di un osso, che come una spugna, estraeva il veleno dalla ferita.
Anche i serpenti erano usati come le vipere, nelle ricette della farmacopea popolare.
Ungersi con l’olio di frittura di serpentelli, favoriva la crescita dei capelli.
Contro il mal di testa una bella pelle di biscia in testa!
Grande uso di vipere e serpenti in stregoneria, una ricetta per un unguento malefico era la seguente
n°1 gatto scorticato
n°1 rospo
n°1 lucertola
n°1 vipera
Messi a cuocere fino a carbonizzare e diventare cenere.
Era usato per avvelenare i raccolti di frumento e di frutta

