La Patria

Quando mi capita, di visitare uno dei bei paesi del nostro entroterra,come Apricale, mi soffermo presso le targhe in marmo, dove sono incisi i nomi dei caduti a seguito delle Guerre Mondiali.

Leggo i nomi e la loro eta’

Monumenti e lapidi presenti in tutte le piazze di questi paesi.

Tragiche conseguenze delle esaltazioni patriottiche.

Paesi di quattro case, spesso disabitate, immerse nella quiete e nel silenzio, lontano dal frastuono delle “città costiere dei consumi e del divertimento”

Il ricordo con su inciso il nome di chi fu travolto dalla follia delle guerre, visibile in una pubblica piazza, ha un grande senso di appartenenza a queste comunità fatta di gente semplice, bestie da lavoro… poveri cristi.

È stato numericamente troppo alto il contributo di giovani vite prelevate da queste vallate.

Sacrificate a un falso ideale di Patria, nelle guerre che hanno devastato l’Europa e l’Africa.

Giovani, contadini, boscaioli, ricercati perché di buon comando, spesso analfabeti e già avvezzi a far vita grama.

Carne da macello per un re vigliacco e per un pazzo dittatore.

Molte famiglie non hanno neanche una tomba dove portare due fiori

Solo un nome inciso o di metallo, sopra una lastra di marmo o un monumento ai caduti.

La lapide è nella piazza di Apricale, scopro inciso nel marmo lo stesso mio cognome.

Soldati dispersi in Russia.

Penso chi erano questi giovani, prelevati da queste colline vestiti in tutta fretta con una divisa e inviati con dei vagoni merci, a morire nell’inverno russo.

Perché un regime di morte aveva bisogno di questi disperati solo per avere un po’ di morti e bearsi dell’Italico valor con l’amico tedesco.

Li hanno chiamati eroi, ma volevano solo vivere e poter un giorno ritornare alle loro famiglie

Un prete aveva dato la sua benedizione, esaltato l’arruolamento per andare a combattere una guerra di aggressione.

La banda suonato alla stazione dove la tradotta partiva.

Penso alla nostra città che non ha commemorato i nostri concittadini caduti nelle Guerre Mondiali, in una piazza pubblica.

Perché?

I nomi dei 105 caduti della prima guerra mondiale sono incisi in un monumento nel cimitero urbano.

Ma nessuna lapide con i nomi dei 75 caduti, ricorda chi fu mandato a morire nella Seconda Guerra Mondiale.

Forse perché avevano perso la guerra?

Si disse con italico fatalismo, che mancò la fortuna.

Nessun monumento targa o lapide è stata messa per chi non tornò più dai suoi cari.

Servirebbe ricordare che non fu la Patria a mandarli a morire in una inutile sanguinosa, guerra d’aggressione.

Che non furono eroi, ma solo poveri cristi che volevano salvare le loro vite.

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