Noi giovani degli anni 70

Noi giovani degli anni 70, nei dopocena eravamo al bar per quattro chiacchiere, una bevuta, una partita a biliardo o a carte.

Si parlava di sport, donne e motori.

L’attualità di quegli anni era tutta lì.

C’erano anche le pene d’amore, si raccontava di quella ragazza che passava sotto casa e di come fare per avere un puntello, aveva forse un’amica?

Desideri, voglia di divertirsi, ma anche fantasie verso donne mature.

Cose che facevano battere forte il cuore.

Negli anni 70/80, c’era un luogo dove si potevano avere tutte queste emozioni, alla sera, sull’Aurelia da Albisola Marina a Savona.

Era il nostro puttantour, dopo una serata al bar, una cena o un film era d’obbligo passare da quelle parti a vedere le belle di notte.

Anche se in auto c’erano delle ragazze, nostre amiche ci si fermava per guardarle da vicino e chiedere le tariffe.

– Belin ma avete visto?-

-Che gambe! E le tette? Le aveva quasi fuori!-

– Dai giriamo dalla Torretta! –

Chi dice di non aver fatto dei puttantour a Savona, molto probabilmente mente

Questo tragitto, era una delle prime guide da fare, freschi di patente.

Dopocena ci si ritrovava al bar, ma a volte, verso le 10 di sera, si partiva per Savona.

Non più di tre persone a bordo e c’era un motivo

A Celle avevano tolto i passaggi a livello e nel rettilineo di Roglio, le nostre cinquecento sfioravano i 100 all’ora e poco dopo eravamo in dirittura di arrivo, dai Pesci Vivi o da Bragantini.

Arrivati in zona, si bloccavano le portiere come ci avevano consigliato, si abbassava il finestrino e le domande erano sempre le stesse, dopo i complimenti di rito, sul suo seno, le gambe, l’abbigliamento, si chiedevano prezzo e prestazioni, qualcheduno più sfrontato osava chiedere lo sconto comitiva o altre cose fantasiose.

Ma perlopiù ci si limitava a prendersene una vista da vicino e poi in base all’eccitazione del momento, si decideva se consumare o meno un rapporto.

A questo punto, come da diritto sancito, il primo ad appartarsi con la signorina, era il proprietario dell’auto.

Ma non sempre era così, a volte questo privilegio era stato contrattato con una bevuta o altro

Gli amici scendevano e aspettavano il proprio turno.

Spesso si osservava da lontano il rollio delle sospensioni dell’auto.

E si teneva conto del tempo impiegato.

Cresceva l’autostima di chi impiegava meno tempo.

Si ritornava sull’Aurelia e lei scendeva.

Il lampo di un accendino, per la più classica delle fumate.

C’era ancora tempo di un panino con la russa e una birra.

E per le canzoni stonate, sulla strada del ritorno.

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