U Co Scia’po’ de San Duno’

di Francesco Baggetti

C’è un cuore inciso, sul muro di S.Donato, con due lettere M.

Una linea lo divide in due.

Chissà quale sarà la sua storia

Lei poteva essere una di quelle giovani operaie, che avevano iniziato a lavorare nel Cotonificio, all’età di dodici anni

Arrivava ogni mattina da una borgata dell’entroterra, percorreva un lungo sentiero di mezza costa, faceva tappa presso un’edicola votiva, per una preghiera e il cambio delle calzature, perché mica si poteva arrivare a Varazze con le scarpe infangate!

E se ad aspettarla al cancello, c’era lui con il suo sorriso, allora entrare in quel malsano posto di lavoro, era meno pesante.

A volte le strizzava maliziosamente l’occhio

Quello era il segnale, per vedersi alla fine della giornata di lavoro, sul Colle.

Quel primo amore, le dava la forza per resistere, in quel posto di lavoro.

Lei piccola di statura, aveva uno sgabello su cui salire, per arrivare ad annodare i fili sui telai, tutto intorno, frastuono, puzza polvere.

Pensava a lui, lo immaginava lassù a S.Donato, ad aspettarla, in piedi ai margini del terrazzamento, bello, capelli neri, la pelle abbronzata, il solito filo d’erba fra i denti e quel sorriso da uomo, anche se in due superavano di poco i trent’anni!

Come altri giovani operai, lui era entrato nell’età adulta, con il rito di iniziazione, che le “anziane della Fabrica” goliardicamente facevano subire ai nuovi assunti.

Succubi e paonazzi in volto, dovevano sottostare ai palpeggiamenti, nelle parti intime, dalle donne che ridevano divertite.

All’uscita i giovani dicevano di salire a S.Donato per pregare, ma era una scusa per restare un po’ da soli

Il cielo stellato, I fiori e l’erba dei prati, accoglievano e nascondevano gli amanti e i promessi sposi

Si racconta che nelle notti senza luna, tremolanti, lumi ad olio salivano a Muntà de San Duno’ per poi spegnersi all’improvviso.

Il Colle era chiamato con ironia, u Beciae’

Oggi più nessuno ricorda questo nomignolo.

Ma che cosa sarà successo ai nostri due innamorati?

E quel cuore spezzato?

Dopo la passione dei loro incontri, forse mancarono gli abbracci quelli che tolgono il fiato, i baci quelli veri profondi, che fanno battere il cuore sempre, anche quando si è lontani dalla persona amata.

Oppure lui, partito per una stupida guerra, non fece più ritorno.

O forse furono le famiglie a spezzare quel cuore, decidendo diversamente per il loro futuro.

Ma come si fa, quando si è giovani, a non lasciarsi travolgere dalla pazzia della vita a restare ad occhi aperti, sotto ad un cielo stellato, accanto alla persona che si ama?

È rimasto quel cuore spezzato, sul muro di S. Donato, testimone di quei momenti d’amore e pazzia.

Chissà se è questa la storia vissuta da quelle due iniziali, circoscritte da un cuore.

Bello, pensare a quante storie d’amore, hanno lasciato un segno sui muri di S.Donato!

Se salite sul Colle, cercatelo quel cuore spezzato, fermatevi per qualche minuto, liberate la vostra immaginazione, ascoltate le emozioni che danno quelle incisioni sui muri della chiesa di S. Donato.

Un pezzo di Storia della nostra città.

Promesse d’amore, con i nomi racchiusi in un cuore o incisioni a forma di casetta, per simboleggiare un matrimonio.

Centinaia di nomi, date, simboli.

Se liberiamo la mente da pregiudizi e facili conclusioni, possiamo vedere la bellezza di questi segni e l’energia che ancora c’è in quelli che volgarmente sono chiamati “I Scarabocci de S.Duno’”

Queste incisioni sono la testimonianza reale, delle persone che si incontravano su questo Colle, per devozione, dove erano celebrati matrimoni e battesimi, o per momenti conviviali, con pranzi e giochi.

Ma sono anche un ricordo, di chi si dava appuntamento a San Dunò per scambiarsi parole, carezze e il primo bacio

Tramite u Puntin, un ponte pedonale in legno, qui convergeva la viabilità della Via Bianca, dove transitarono generazioni di operai, per raggiungere e poi sparire oltre i cancelli del Cotonificio.

A Fabrica, che per oltre un secolo ha sfamato le famiglie di Varazze.

Ringrazio Antonella Ratto, per i suggerimenti e adattamento del testo.

Lancio un’appello, perché siano salvaguardate le incisioni sui muri di San Donato, testimonianze delle persone che erano su questo Colle, luogo d’incontro, per devozione, svago e per amore.

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