Verso l’una di notte, di venerdì 23 novembre del 1974, una signora in via Piave, alla finestra, sta aspettando l’arrivo del marito.
Proveniente dal centro di Varazze, vede arrivare una Fiat 600 di colore scuro, che si ferma nella curva davanti al Bar Marilena.
La proprietaria, Teresa Castellaro, nel pomeriggio l’aveva parcheggiata davanti alla stazione ferroviaria.
Lasciata lì, perché a suo dire i freni non funzionavano.
La signora alla finestra si incuriosisce, anche perché a quell’ora il bar Marilena è chiuso.
Dall’auto scende un giovane, sulla trentina, e con passo veloce si avvia verso Varazze.
L’uomo sparisce dalla sua visuale, per ricomparire dopo qualche minuto salire sulla 600 e ripartire in direzione del Parasio.
L’auto è seguita a poca distanza da una Renault 4 color grigio o celestino, con un grande portabagagli.
La signora vede le due auto attraversare u Punte Novu e svoltare verso via Montegrappa.
Quella 600 sarà poi parcheggiata in via Accinelli, una traversa di via Montegrappa, nel piazzale sotto al viadotto Teiro Sud, a poca distanza dalla caserma dei Carabinieri.
All’una meno venti, una violenta esplosione, distrugge la 600 e manda in frantumi tutti i vetri delle case lì vicino.
Alcuni rottami di ferro sono scagliati fin sopra il tetto del grande condominio che fiancheggia via Accinelli.
Fortunatamente i piloni del viadotto autostradale non subiscono danni.
Le indagini stabiliscono che l’innesco è stato effettuato con una miccia a lenta combustione.
Quella di Varazze sarà l’ottava di dodici bombe di stampo fascista fatte esplodere a Savona e provincia a fine 1974 inizio del 1975.
A differenze di tutte le altre bombe fatte esplodere nel tardo pomeriggio quella di Varazze è fatta deflagrare di notte ed è la prima volta che viene usata un’auto bomba.
Tratto dal libro di Massimo Macciò “Una storia di paese” le bombe di Savona 1974/75.

