Questo fortificazione, da’ il nome al monte, sopra cui è stato costruito.
A metà del seicento, la Repubblica di Genova, decise di costruire questo forte e di dotarlo di una cospicua guarnigione, con lo scopo di contrastare i violenti scontri armati, tra i Quilianesi e gli Altaresi, che si contendevano lo sfruttamento dei boschi di questa zona di confine, tra i due comuni.
Il Baraccone fu poi trasformato nell’800 in batteria e dotato di un telegrafo ottico, per comunicare con il forte Settepani.
Da Altare, inizia la strada sterrata per il forte, si supera una vecchia cava in località Bocca d’Orso e si continua per un lungo tratto in piano, con una bella vista verso il mare, si devia, verso destra e a questo punto, la strada sale, per arrivare alla zona prativa della Nocetta, si svolta ancora a destra e sempre in salita, ad un bivio, si prosegue dritti e si arriva al Forte Baraccone a 649 m.
Bella costruzione seicentesca, dotata di numerose feritoie per armi da fuoco, la copertura del tetto è in pietra, c’è un’unica piccola entrata è possibile effettuare, con prudenza, la visita dell’interno, sconsigliata l’esplorazione del piano superiore, visto lo stato degradato della soletta e la presenza, inquietante, di un nido di api, in forte attività, bello il cromatismo che si crea, tra le pietre e i mattoni in terracotta, utilizzati per le volte.
Con Giorgio, si parla delle evidenti modifiche, che questo manufatto, ha subito nei secoli, ma poi, attratti da alcuni funghi “grammi” facciamo un breve giro di perlustrazione, alla ricerca di quei graditi frutti del sottobosco, che hanno attirato in un’anelata ricerca, torme di cercatori, arrivate fin quassù, in auto, con il rischio, ad ogni fosso, della rottura di qualche sospensione o peggio della perforazione della coppa olio motore!
Auto, moto da fuoristrada, qualche mountain byke, escursionisti, un paio di podisti e molti con il cestino da raccoglitore di funghi esperto, tutti convenuti nei boschi della Consevola, per i loro passatempi preferiti.
Boschi a perdita d’occhio, ecco la selva descritta dagli antichi romani!
Faggi, castagni, aceri abeti, molte le zone disboscate e le cataste di tronchi a bordo strada, un’economia silvestre, da sempre praticata in questi boschi.
Si riprende la strada, che ora segue il percorso dell’Alta Via dei Monti Liguri.
Arriviamo al Colle del Termine, da dove si dipartono le strade per le Tagliate e in direzione di Roviasca, qui è da visitare il Sentiero della Memoria Partigiana, con le grotte Comando e Rifugio, ma ci siamo attardati, nella visita del forte, decidiamo che questa sarà la nostra prossima escursione da effettuare in primavera.
Giorgio mi parla delle case, che presto incontreremo, lungo questa strada, tutte adibite in antichità, a posto di ristoro e riposo per chi transitava lungo questo tracciato.
Ci fermiamo al cospetto di queste costruzioni, oramai in rovina, chissà qual’e’ la storia, che qui è passata e chi erano le persone, che qui lavoravano e vivevano?
In un sottoscala un vecchio “ronfou” l’antesignano fornello da cucina.
Da queste strade, costruite per raggiungere le varie fortificazioni, poste lungo la dorsale dello spartiacque, si poteva raggiungere, ogni località della costa, tramite delle carrareccie secondarie, che si staccavano dalla via principale, oggi diventate strade carrabili, sono utilizzate per raggiungere Roviasca Segno, Vezzi ecc.
Il nostro secondo obiettivo, erano i secolari faggi di Benevento, ma arrivati a Colla S Giacomo, desistiamo dall’intento, per l’ingente massa di fango presente sulla strada.
Una targa, sopra un cippo, ricorda le battaglie, che in questo territorio, videro contrapposti l’esercito napoleonico, contro l’alleanza piemontese austriaca con un bel paragone storico relativo alle libertà civili e l’unione europea.
Scendiamo verso Mallare, dove ci aspetta Roby, per un gradito caffè e una chiacchierata al bar, ci lasciamo con il proposito, di una visita ai faggi a piedi, partendo da Mallare.
Molto lungo l’itinerario, per raggiungere il forte Baraccone, da effettuare in sicurezza, con l’utilizzo di un mezzo da fuoristrada, visto lo stato del fondo stradale a tratti molto dissestato.
Procedere sempre a bassa velocità, visto la presenza di molti veicoli e di persone a bordo strada.
Un’altro grazie, all’amico Giorgio per avermi guidato, a ogni bivio e crocevia, solo una volta, colpa del disboscamento che fa perdere i riferimenti, abbiamo imboccato una strada sbagliata.
Nessun problema, anche in presenza di tratti di strada molto scoscesi, con il Samurai, gentilmente messo a disposizione, per questa escursione da Alessandro, dopo aver tolto, tutta la sua attrezzatura da lavoro.





