L’Alcione

di Francesco Baggetti

Oggi, se rivolgo lo sguardo indietro agli anni di studio a Genova, è ancora vivo il ricordo di quelle lontane gelide serate invernali.

Fette di farinata, bicchieri di vino, il fumo delle sigarette, canzoni stonate e poi su quel pianerottolo, a batter i piedi per il freddo, con il batticuore, quando lei chiamava

-Chi viene adesso?-

Ma c’era anche un’altro modo per concludere una serata tra amici.

– Andiamo all’Alcione?-

Negli anni 80, il cine teatro Alcione, in via Canevari, dopo aver conosciuto i fasti con i concerti dei Genesis, i Deep Purple, la Pfm, del Banco ecc. in crisi di spettatori, come tutti i cinema di Genova, si era riciclato, con i film porno, e gli spettacoli a luci rosse.

Qui portava in scena i suoi spettacoli hard, lei, Moana Pozzi.

Chi può dimenticare quella creatura divina?

– Quando siete lì, lasciate sempre un sedile libero a destra e a sinistra, perché quando scendono dal palco, devono avere spazio-

Questa era l’ultima raccomandazione, fatta da quel nostro compagno di corso, che mi sovviene oggi di ringraziare, fu lui che ci introdusse in quel luogo di perdizione.

Non facevano lo sconto, se si entrava dopo la proiezione del porno, ma d’altronde tutti, arrivavano solo per vedere l’esibizione delle spogliarelliste

All’ingresso in sala, faceva impressione quell’enorme platea semideserta.

Ma era tutto previsto, quando si spegnevano le luci, con discrezione, da dietro le tende, entravano gli spettatori e i posti, rapidamente occupati.

Le luci erano mantenute spente per un pò, anche al termine dello spettacolo, per far si che quelle ombre misteriose, potessero allontanarsi, indisturbate e anonime.

Ogni ragazza aveva la sua base musicale e seguendo quelle note, si esibiva sul palco.

Ognuna a modo suo.

Chi del pubblico, voleva essere chiamato sul palco, si sedeva in prima fila.

Lei lo invitava a salire e subito dalla platea, partiva un’applauso ritmato a volte era la ragazza, che scendeva e sceglieva il partner, prendendolo per mano.

Arrivato sul palcoscenico era subito denudato e lasciato con solo gli slip addosso.

Tra palpeggiamenti e finti rapporti sessuali, la sua esibizione finiva, con un vistoso rigonfiamento pelvico.

Si rivestiva rapidamente in mezzo agli applausi e ai fischi.

A fine spettacolo, lei scendeva dal palco, passava tra le fila e noi come cagnolini, in attesa di una carezza, aspettavamo il nostro turno, qualcheduno la invocava a voce alta, la potevi toccare, accarezzarle il seno, baciare quello che ti metteva sotto al naso.

La sua pelle liscia, era cosparsa di creme profumate

C’era sempre una regina, ben in evidenza, nei cartelloni degli spettacoli, ed era l’ultima ad esibirsi.

Simulacri maschili, sparivano fra le sue cosce, o tra le labbra.

Gli occhi nascosti nel buio, che avevano bramato quei corpi nudi, arrivati al parossismo, nel silenzio della sala, consumavano silenziosi, la loro eccitazione.

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