Troggi, Gaseolli e Sbigge.

Quella traccia di sentiero finiva lì, dove c’erano i Gaseolli.

Sopra na Vegia Sbiggia a picco sull’Arsoccu.

Dovevamo ritornare indietro ma c’era il sole e si stava bene, e così siamo rimasti un po’ lì a mangiar Gaseolli.

Io Francesco e Dino in una bella e soleggiata mattinata di dicembre.

Con nello zaino i panini con la mortadella de Bianca.

Nell’alveo dell’Arsoccu.

Siamo alla ricerca di Troggi dove andavano a lavare donne e bambine dalla Costa di Casanova.

Si attraversa la località i Liè verso l’Arsoccu

Scendendo si incontrano a Ca de Gritte e poi la suggestiva Ca du Rian.

Poco prima di alcune rampe che in breve portano nell’alveo del torrente.

A terra, alcuni spezzoni di tubo quello che prelevava l’acqua dall’imponente sbarramento della Ciusa dell’Arsoccu.

A poca distanza dalla diga, in sponda sinistra, c’è na Ciappa e una vasca dove con un apporto continuo d’acqua erano lavati e sciacquati i panni.

Ma quasi completamente ricoperta di vegetazione e di terra non era possibile accorgersi che era proprio lì quello che stavamo cercando!

Torneremo per ripulire a Ciappa e togliere i sedimenti dalla vasca.

Per le operazioni di lavaggio, era probabilmente utilizzato un altro sbarramento a valle della diga.

Finito di “fare il bucato ” donne e bambine dovevano fare il percorso inverso in salita con i Bassi’ pieni di lenzuola da far asciugare sull’erba al sole.

Ma la strada era lunga, prima di arrivare nelle case della Costa.

La zona è fortemente antropizzata, un bello Ciappin risale la sponda sinistra verso a Cruscea de Stradde, mentre la sponda destra dell’Arsoccu è completamente terrazzata fino alla base du Muntadò.

Terra strappata ad un’acclive pendio, milioni di pietre impilate, immani fatiche, per formare centinaia de Fasce.

Presso a Ca du Rian alcune pietre fitte, fungono da paracarro per e Lese che saliscendevano il fiume.

A Ca du Rian è un bell’esempio de Ca de Prie, fa parte anche lei di quell’immenso patrimonio di manufatti in pietra presenti sulle alture della città.

È ora di ritornare.

Dino aveva il compito più importante “cammalare” lo zaino con i viveri.

E’ quasi mezzogiorno è l’ora di quei panini con la mortadella.

Siamo nel sagrato della chiesa di S.Caterina delle Ruota.

Dove esiste l’unica vera Pietra d’Inciampo della nostra città.

La lapide in facciata della chiesa, con i nomi dei fratelli Accinelli e Piombo.

Abitavano in questa zona, dove furono catturati.

Sterminati in un campo di lavoro, poco tempo prima, della fine della seconda guerra mondiale.

Ringrazio Francesco e Dino miei compagni alla ricerca di un altro pezzo di storia della nostra città

Ringraziamo Ambrogio Giusto per la sua collaborazione e per la messa a disposizione del posto auto.

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