
Il Cronovisore nella Colonia Albese di Varazze.
Viaggiare nel tempo è sempre stato un sogno degli uomini, ai primordi ci si affidava alla stregoneria, a maghi e fattucchiere, ma quelli erano specializzati nel prevedere il futuro, per avere contatti con il passato, serviva la scienza, l’avvento delle telecomunicazioni e nuove invenzioni!
Negli anni, si è perso il conto, di tutti quelli, che hanno affermato, pur senza nessun riscontro scientifico, di aver viaggiato nel passato.
Impossibile riassumere in un post, gli articoli di stampa, programmi televisivi ecc. di questa “pseudo scienza” ma basta cercare nel web, dove innumerevoli link, trattano questo argomento.
Non mancano gli interventi di scienziati, studiosi e pubblica opinione, molti gli scettici come il sottoscritto, altri invece, danno spazio a verità, opinabili, ma da cui traspare, il grande interesse, di una parte del mondo scientifico.
In questo post, racconto un episodio, avvenuto nella nostra città, relativo ad un Cronovisore, una macchina capace di intercettare i segnali, che il passato aveva lasciato sugli oggetti e che era installato nella Colonia Albese di Varazze.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cronovisore
https://www.fisicaquantistica.it/fisica-quantistica/il-mistero-del-cronovisore
Il centro culturale Ricerche Esobiologiche Gallieo di Parma, organizzò per i giorni 1-2 luglio del 2006, un tour nella nostra regione, alla ricerca dei siti suscettibili di indagini da parte degli adepti a questo ramo della biologia, che indaga sulle possibilità di vita extraterrestre, ma anche “Altri tipi di evoluzione intelligente che sarebbero possibili; per esempio l’aspetto paranormale che potrebbe, per qualche motivo avere avuto il sopravvento su quello tecnologico e i segnali che invierebbero essere di tipo telepatico e qualche sensitivo terrestre sarebbe in grado di riceverli”.Francesco Di Noto (Matematico – Premio Archivio di Documentazione Storica della Ricerca Psichica, Bologna 1994)

Prima tappa di questa incursione dei Galileiani, nella nostra regione fu la ricognizione sui luoghi “zanfrettiani” dove tale Piero Zanfretta, metronotte mentre effettuava il suo giro di ricognizione in località Marzano di Torriglia, nei pressi del passo della Scoffera, la notte del 6 dicembre 1978, fu rapito insieme alla sua Fiat 127 dagli extraterresti. i temibili e giganteschi Dargos!
I contatti alieni continuarono anche nei giorni successivi, la vicenda poteva terminare lì, il solito avvistamento di UFO, uno dei tanti, se non fosse che, alcuni metronotte, amici del Zanfretta, qualche giorno dopo esplosero dei colpi di arma da fuoco, contro una specie di nube luminosa, che aveva rapito una seconda volta, il loro collega, ritrovato poi in trance sulla 127.
Ma uno dei partecipanti a quella sparatoria, si suicidò, senza apparente motivo, quindici giorni dopo. Gli episodi di natura aliena non finirono qui, furono rilevate delle impronte di piedi giganti e ci furono ancora diversi avvistamenti di luci sempre nei pressi di Torriglia.

Nel pomeriggio dello stesso giorno tutta la comitiva, si traferì sulla cima del Monte Beigua, dove la notte senza luna, avrebbe favorito lo skywatch (osservazione del cielo) che permise a questi appassionati di ufologia, di essere tutti uniti, per immortalare qualcosa di strano solcare il cielo, in quella notte d’estate, questa è la stessa procedura usata da astronomi e astrofili, che consiste nell’unire le forze, per concentrare in una serata, l’attenzione di più persone verso un punto prestabilito della volta celeste, per aver più chance di rilevare qualche fenomeno anomalo.

Naturalmente si fornirono, nel programma della gita, tutti i link, dove attingere notizie sul sito archeologico del Monte Beigua, che fu scelto per questo esperimento, non solo come sito ideale per l’osservazione tramite telescopio, ma anche come luogo magico per i misteri, mai risolti, delle notevoli tracce di presenza umana nell’era neolitica, con le molte testimonianze fittili, quasi tutte ancora da decifrare e poi menhir, mucchi di pietre e strade megalitiche e non ultimo il monte Greppino con la sua anomalia magnetica.
Non sappiamo dell’esito di quella nottata sotto le stelle, ma saranno stati ben contenti, di quella serata, i gestori dei due alberghi rifugio, sul nostro Monte.

Il giorno 2 luglio, ci fu la visita più importante di quel loro tour e comunque quella, che avrà suscitato fra i partecipanti la maggior curiosità, ma lasciato anche molti interrogativi.

La locandina del tour così recitava: Visita al Museo della “Colonia Pontificia Albese Caritas” di Varazze (SV), ove sono conservati gli studi, il laboratorio, gli strumenti, le attrezzature e le realizzazioni tecniche del progetto di Don Luigi Borello “Suoni e immagini dalle pietre”, d’intesa con Padre Pellegrino Ernetti, inventore (misconosciuto dal Vaticano) del “Cronovisore”. A tale scopo, si consiglia di consultare i “link” allegati.
E di link su Google ve ne sono molti, che riguardano padre Ernetti e don Luigi Borrello, direttore, per oltre trent’anni della casa per ferie, denominata Colonia Albese di Varazze, qui trovato senza vita, nel suo laboratorio, il 22 febbraio del 2001 all’età di 75 anni, mentre lavorava al miglioramento dell’invenzione denominata, il Cronovisore.
Da Trucioli Savonesi: Don Luigi Borrello, era un professore di fisica e membro emerito di Accademie scientifiche internazionali. Tra i promotori della Fondazione Cesare Colangeli e a riconoscimento di un impegno di oltre 40 anni di studi approfonditi, era stato chiamato tra i consulenti della N.A.S.A Fu lo stesso don Borello a coniare la parola-scoperta “cronovisione”.
Ovvero la possibilità, con adeguata strumentazione, di poter vedere ed ascoltare ciò che le particelle di materia inanimate hanno memorizzato, cosi come succede per i neuroni del nostro cervello. Di fatto, dalla formazione della materia, all’origine della vita, alla base fisica del pensiero……….Perchè, subito dopo la morte di don Borrello, è calata una cortina impenetrabile di silenzio sull’operato del prete-scienziato? Chi ha imposto il “top secret” e “sigillato” documenti, laboratorio, materiale e il frutto di una vita di studi e di ricerche? Chi ha interesse e per quale ragione, a coprire con una pietra tombale la figura, l’opera di don Luigi Borello? Per quale fine (inconfessabile)?
A questo punto c’è da chiedersi quale strumentazione è stata fatta vedere alla comitiva parmense, se a quanto pare come si afferma in un altro articolo, a firma di Gianni Ghigliotti di Savona, risulta che, a poche ore dall’improvviso decesso, il laboratorio di don Luigi Borrello, fu immediatamente secretato e in seguito ogni cosa trasferita?

https://www.cicap.org/n/tags.php?id=1057
Interpellato il CICAP così risponde: Quello che tuttavia ci sentiamo di affermare con sicurezza e che si sposa pienamente con gli scopi del CICAP, è la verificabilità e il controllo di tali affermazioni a prescindere dai meriti e demeriti delle persona che le enuncia. La ricerca scientifica, se pur con limitati margini di errore che il tempo è riuscito a correggere, è in grado di analizzare gli studi sulla base della validità e verificabilità delle ipotesi esposte e non certo sulla fama o il prestigio di chi le enuncia. Applicando le stessa metodologia alle ipotesi presenti nell’articolo, appare quanto mai strano ammettere che la vita di ciascun individuo sia segnata da una sorta di scia o traccia sonora e luminosa.
In sintesi, senza le prove tangibili della loro efficacia, ogni invenzione anche se annunciata da scienziati, ingegneri o uomini di fede, non può essere accettata dal mondo scientifico.
Giuste o sbagliate che fossero le sue convinzioni, funzionanti o no le sue invenzioni, della figura di don Luigi Borelli, uomo di scienza stimato e conosciuto anche all’estero, pochi nella nostra città ricordano di lui e delle sue opere.
Non si conoscono i commenti, i verbali o le sensazione, provate nei componenti di quella comitiva, dopo quella spedizione in Liguria, comunque sia, sono stati due giornate che avranno lasciato molti dubbi e interrogativi in loro, specie nella visita alla Colonia Albese a Varazze, dove don Luigi Borrello visse per oltre trent’anni.
Innumerevoli gli articoli sul web che parlano del Cronovisore questo forse uno fra quelli più interessanti.
