A Via Gianca

La via Bianca, è un bel itinerario, escursionistico/storico.

Il percorso, abbastanza ripido, è da percorrere preferibilmente, nelle belle giornate in inverno/primavera.

Si parte dal sciu da Teiru, dai Muinetti dove arrivava l’acqua del beo da Besestra, che faceva ruotare dei mulini per cereali.

Si imbocca il primo tratto scalinato, della via Bianca e si arriva alla prima cinta muraria, con le colonne delle vigne cistercensi, salendo si incontra la colonna da Porta Russa da dove scendeva una strada verso il sciu da Teiru.

Salendo ancora siamo nella località a Sigaa, qua nei due tratti in piano ci sono le due edicole votive, u nicciu di Fricciuin e quello da Cianna Via, questo toponimo si riferisce al terrapieno, che è stato costruito, in questo punto, per superare un avvallamento, qui la vista spazia verso a Servega valle dell’Arzocco.

Proseguendo si deve fare una sosta sul sagrato della Chiesa di S.Caterina delle Ruote, dove sopra il portale è infissa una pietra d’inciampo, la lapide dei fratelli Accinelli e Piombo, deportati e morti in un campo di sterminio.

Il percorso è sempre in salita, nei pressi della Casa Torre è bene non transitare nelle ore notturne…. in questa zona, le streghe ballano intorno al fuoco!

Qui nelle belle giornate, si ha un’incomparabile vista di tutta la nostra città, con il mare a far da sfondo. In questo tratto di strada, ben visibile il tipico lastrico della strada romana.

Si arriva così alla Chiesa del Beato Jacopo. Un sentiero alla nostra destra, ci conduce in cinque minuti, sulla cima del Muntadò, dove sono ancora visibili, le opere militari della seconda guerra mondiale.

Il sentiero pianeggiante che si diparte al disotto della strada cementata che arriva alla Chiesa, è la continuazione della via Bianca, dopo una curva e una salitella, si arriva ad intersecare la strada tagliafuoco della Madonna della Guardia.

Stranamente nella stradina, che abbiamo appena percorso, non esiste traccia del sedime, come quello, ancora ben conservato della via Bianca, probabilmente le pietre sono state prelevate e utilizzate per la costruzione della Chiesa del Beato Jacopo.

In questa zona oramai completamente interrato c’è l’attraversamento del Beo de Gambin, altra grande opera idrica, l’acqua prelevata dal Rio Gambin, al disotto dell’abitato delle Faje, regimentata in un canale, passava sopra u Muagiun, arrivava, dove ora c’è la discarica della Ramognina, poi verso l’Arenon, per finire nella valle dell’Arzocco, qui nei pressi della Lapide di Negri, il canale è ancora visibile, arriva da Ca de Toe e finiva per conferire l’acqua delle Faje, nell’invaso della diga Ferruginosa, una diramazione irrigava gli orti du Caregà.

Se si vuol fare un pò di ricerca storica, si può proseguire, lungo le pendici dell’Arenon e dopo un falsopiano prativo, cercare la continuazione della strada romana, in direzione di Costata/ Isola del Deserto, la strada oggi è diventata uno scolo d’acqua e il suo sedime è stato divelto da man d’ommu e impilato ai lati dell’ex strada romana.

Oppure, raggiunta la strada tagliafuoco, arrivando dalla stradina che parte dal Beato Jacopo, svoltando a destra, si va verso la Madonna della Guardia.

A questo punto, un’itinerario alternativo è quello che, con una deviazione a sinistra, nei pressi da Sbaraggia da Pustetta, arriva a Ca de Sevisse ( prima di arrivare alle Sevisse leggere la sua storia) poi si può scendere, se il sentiero è ancora percorribile, verso a Ciusa du Spurtigio’ arrivati allo sbarramento, si segue il sentiero, che corre parallelo.al beo, verso l’Invrea, a metà del percorso, sono da visitare, alcune postazioni di artiglieria, della seconda guerra mondiale.

2 pensieri riguardo “A Via Gianca”

  1. La via Bianca viene nominata dalla storia dell’ Abbazia di Tiglieto dai frati cistercensi provenienti da Cluny (Francia)pare fosse un trat d’,Union tra Tiglieto e Varazze quando sotto s.Donato (dove c’era negli anni scorsi un marmista) ci fosse il cimitero della città..

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    1. Le sepolture un tempo erano effettuate nei pressi del luoghi di culto. Gli scavi effettuati sul colle hanno portato alla luce molti resti umani, anche perchè a S.Donato furono portati gli appestati. Il vecchio cimitero cittadino non era dal marmista perchè li erano presenti le opere idrauliche cistercensi, ma in sponda destra. Buona Giornata

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