L’Aspia, e Ville, un Castellu e na Regina

L’Aspera, villa Morasso e un Castello in vendita.

Il toponimo Aspia, Aspera è comune con un’altra località di Alassio, già dalla pronuncia si intuisce che è qualcosa di aspro, irto, di difficile accesso.

E così si doveva presentare, agli albori degli insediamenti umani, il promontorio ad ovest di Varazze, con strapiombi di conglomerato, acclivi pendii e impenetrabili masse vegetali.

Poi l’uomo, nella sua incessante opera di modifica del territorio, dove risiede e ha le sue attività, ha trasformato questo promontorio, come si presenta oggi, immerso in una bella macchia mediterranea, con alcuni terrazzamenti, oggi incolti, dove ancora resistono e sono visibili i manufatti, che evidenziano la primordiale peculiarità dell’uso agricolo, di punta Aspera.

Nelle foto del primo novecento, sono visibili le lunghe fasce che caratterizzavano l’Aspera.

Arrivati ai lati della strada, che prosegue verso i Ciappuzzi e per la strada vecchia di Castagnabuona, è visibile, ancora oggi, una grande peschea, vasca di raccolta per uso irriguo, che raccoglieva le acque piovane, provenienti dalle grondaie di un grande casolare, sempre visibile a destra nelle foto d’epoca dell’Aspera .

Un capanno da caccia

Osservando le cartoline allegate, a questo post, si può notare, al vertice dell’Aspera a picco sul mare, un’altra piccola costruzione, era l’antica dimora della famiglia Camogli, proprietaria di tutta quest’area dell’Aspia e del Tanun.

A poca distanza dalla peschea, in direzione mare, in buono stato di conservazione, c’è un antico muro che era il confine di questa proprietà.

da qui ha origine una strada sterrata, in direzione della punta dell’Aspera, verso la pineta che sovrasta il castello Capelli e la villa ex Camogli.

Oggi, questa dimora è villa Morasso, ha un suo ingresso privato, direttamente dalla via Aurelia, orientata verso il fronte mare, in uno magnifico scenario naturale, immersa nel verde, nascosta dai pini e dalle palme si intravvede l’originaria torre e le sue terrazze.

Anche di questa dimora, ci sono cartoline d’epoca che ritraggono il suo belvedere, con vista sull’abitato e il litorale di Varazze.

Un libricino, edito nel 1928, la cita al pari del castello d’Invrea, come guardiana della città, con la sua torre d’avvistamento e i suoi due cannoni, vetusti cimeli, posizionati sulla sua terrazza, ad uso ornamentale, ma anche dissuasivo, provenienti dall’armamento delle mura cittadine.

Molto interessante, la storia della famiglia Camulio, Camuggi de Vase , Camogli, presente nella nostra città, dal XV secolo, con almeno un paio di diramazioni famigliari , i Camogli hanno scritto una parte di storia della nostra città. Con i proventi di commercio e agricoltura e di alcuni opifici, tra cui una conceria, questa famiglia divenne proprietaria di ampi e strategici appezzamenti di terreno a Varazze, alcuni componenti furono scomunicati per non aver venduto un pozzo alla chiesa. Traversie famigliari, determinarono l’attuale ubicazione del nostro cimitero, ma ci fu anche un insigne sindaco, onorato con l’intitolazione di una via della nostra città via GB Camogli. In questa foto, lo stemma di famiglia dei Camogli, adorna il portale di una delle dimore storiche di Varazze.

Il castello Cappelli, in stile medievale, costruito nel 1930, dalla famiglia Casati, con le sue torri merlate è una delle meraviglie della nostra città, bello il cromatismo, con il colore rosso, immerso nel verde, di uno stupendo parco di pini domestici, giardini e terrazze, delimitate da colonnine e la curiosità di due proiettili di cannone usati come tendi catena all’inizio della strada che porta all’entrata del castello.

Oggi questa favolosa dimora è in vendita, per l’ennesimo cambio di proprietà, il prezzo è top secret, ma sembra che non bastino 6 mlm di euri per avere le chiavi di casa!

Questo maniero, era in procinto di diventare un altro castello dei Savoia, visto l’interessamento della regina Margherita, che visitò in incognito, questa dimora principesca, per un probabile rogito.

La regina d’Italia, era intenzionata a passare le sue vacanze nel mare di Varazze, dove c’era già il progetto di costruire un porto, sotto al castello, per poter ospitare lo yacht reale, ma poi non se ne fece più niente, perchè appositi studi, evidenziarono il rischio dell’insabbiamento di un’eventuale infrastruttura marina ( questo fenomeno interessò poi il porticciolo turistico che sarà costruito negli anni 60 in questa zona)

La sovrana, preferì per le vacanze, la città di Bordighera, dove aveva già soggiornato, questa città fu da lei molto frequentata e lì passò i suoi ultimi giorni di vita.

La decisione, di stabilire la sua casa per le vacanze marine a Bordighera, anziché a Varazze, non fu solo una questione personale o di correnti marine, ma anche e soprattutto di sicurezza, nel 1900 a Monza fu ucciso in un attentato il “re buono”( per gli anarchici il “re mitraglia”) Umberto I.

Da quel nefasto evento, la famiglia Savoia, curava molto la sicurezza e la salvaguardia dei suoi consanguinei, anche perché, c’era stato quell’oscuro presagio, che si era avverato materialmente a settembre del 1921, quando nello stabilimento balneare Regina Margherita di Varazze, fu fatto esplodere un ordigno, che provocò una decina di feriti.

Per giustificare ancor di più il giudizio di Varazze città non “degna di re” era la vicinanza di Genova, dove vi erano diversi covi di anarchici.

Non c’è da meravigliarsi, del sentimento antipiemontese, che anche a distanza di anni, albergava negli animi dei genovesi e dei liguri in generale.

“odiare questa vile e infetta razza di canaglie” – era la lettera di Vittorio Emanuele II ad Alfonso La Marmora contro la città di GENOVA.

La Repubblica di Genova nel 1815, durante il Congresso di Vienna, fu annessa con un decisione forzata, alla casa Savoia, i moti insurrezionali del 5/6 aprile 1849, repressi con la strage, perpetrata dai bersaglieri di La Marmora è una ferita ancora oggi non rimarginata, nonostante la pace siglata nel 1994 fra i genovesi e i bersaglieri.

I Moti di Genova https://it.wikipedia.org/wiki/Moti_di_Genova

Una curiosità di punta Aspera è un altro edificio, poco prima della curva du ”Scoggiu Sciappò” che ha avuto come proprietario il primo presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi

Cartoline di Mariano Bosco

Spunti storici Vassilie Ciapaiev

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