Minacce, Paure e Racconti per farci star bravi

Ho chiesto ai miei contatti di WhatsApp di raccontarmi delle loro giovanili paure.
Inculcate dagli adulti, per spaventarci e tenerci lontano dai guai.
Siete stati in molti, ad aver contribuito alla stesura di questo elenco.
Non è possibile citarvi tutti!
Vi ringrazio della vostra gradita disponibilità e comunque troverete in questo articolo e negli altri che saranno pubblicati con cadenza giornaliera, le tracce del vostro contributo.
Grazie!
In questo elenco non ho inserito i racconti che si riferiscono alla Commemorazione dei Defunti, che saranno elencati in un altro articolo.
Chi avrà la pazienza di leggere questi articoli, potrà se vuole, nei commenti, dare il suo contributo, per arricchire questo elenco con le proprie testimonianze.
Minacce, Paure e Racconti per farci star bravi
Possiamo dire che eravamo bambini di un’altra epoca. Lasciati liberi di scorrazzare con quattro amici, in quei meravigliosi mondi di infinite fantasie, che erano un fiume, i prati, un bosco dove costruire una capanetta.
Ma allora come fare, a scongiurare i tanti pericoli e a far sì, che bande di ragazzini, in preda al sacro fuoco del gioco e delle scorribande, rispettassero i divieti delle cose che assolutamente non si dovevano fare?
Tramandati da generazioni, modificati e adattati al territorio ci sono i racconti di fantasmi, streghe, animali mitologici ecc.
1a parte A Garaventa
Già a dieci anni c’era chi aveva bruciato le tappe e da scavezzacollo aveva avuto il titolo di praticante mezzo delinquente.
Il timore di streghe, animali feroci ecc. non sortiva più alcun effetto su questi ragazzini, cresciuti troppo in fretta.
La minaccia conseguente era quella di essere rinchiusi in un istituto correttivo.
Lo spauracchio più temuto e nominato a Varazze era “Te mandu cun i garaventin!”
La Nave Garaventa, ormeggiata nel porto di Genova, era luogo di destinazione per giovani sbandati e disadattati al disotto dei sedici anni.
U Cullegiu
A questa nave scuola il cui motto era “Prevenire e Redimere” faceva buona concorrenza il temuto “ Mia che te mandu in Cullegiu!”.

Essere mandati in Collegio era come dire vai in prigione!
Lo si diceva in generale come monito e se la parola non bastava, si poteva anche fingere una finta iscrizione.
Ma era anche l’extrema ratio, per soggetti violenti prima del riformatorio.
Il Collegio don Bosco nel 1907, ebbe una triste ribalta nazionale, per dei fatti incresciosi, abusi e messe nere, ma di cui se ne era persa memoria.
continua
Rinnovo l’invito a chi ha avuto la pazienza di leggere questo articolo, per dare un gradito contributo raccontando i suoi ricordi di giovanili paure, storie ecc. per arricchire il contenuto di questo elenco.
Grazie!

Beh, da bambino sia mia madre che le mie zie ci dicevano “se fate i cattivi vi mandiamo dai Garaventa!” che nell’immaginario era una nave dove venivano mandati i bambini cattivi…….
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