
L’ Edicola Votiva della Madonna della Guardia a Cantalupo è un ex voto con una bella storia di devozione mariana.
Il 14 maggio 1905, a Cantalupo, avvenne un fatto inspiegabile, una potenziale tragedia, si risolse nel migliore dei modi. Il buon esito di quell’accadimento fu attribuito alla protezione della Madonna della Guardia.

Ecco la storia tramandata dalla devozione di questa comunità.
U Sciu Tito che abitava nella borgata di Cantalupo, lungo l’attuale salita della Via Vegia, vedendo delle persone del posto, intente a ripristinare il Ciapin di quella Crosa, fece loro una proposta, se avessero sistemato “una nicchia devastata” lui si impegnava a donare, perché fosse messa in quell’Edicola, una ceramica che rappresentava l’Apparizione della Madonna alla Guardia “Se voi fate riparare questa nicchia disadorna, io compro la Madonna, che vi voglio regalar.

La Madonna della Guardia qui poniamo in venerazione che sarà la protezione al vicinato che sta qui!
Disse che sarebbe andato fino a Genova per scegliere quella più bella.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, u Cicciu, un ragazzetto, inavvertitamente o per sbaglio, provocò il ribaltamento di un pesante carico di pietre, che dovevano essere utilizzate per rifare il sedime della strada.
Le pietre rovinarono addosso al malcapitato, non poteva aver scampo!
E invece usci illeso da sotto quel pesante carico! “Del discorso del mattino si adempie la promessa, la Madonna qui vien messa per la nostra protezion”
Dal giorno di quel miracolo, ogni anno Cantalupo rende grazia e invoca la protezione della Madonna sulla comunità, con la recita presso l’Edicola di due Rosari, nella serata che precede e quella della ricorrenza della Festa della Madonna della Guardia, il 29 agosto.

Quella che segue è la storia tramandata oralmente da una Lode, che descrive quel miracolo, cantata il giorno della festa della Madonna della Guardia presso questa Edicola Votiva.
Lode alla Madonna della Guardia
Ravviviamo in noi la fede / o fratelli miei diletti / se vogliamo esser protetti / dalla Madre del Signore / Nel novecento e cinque, il quattordici di maggio / sistemando quel passaggio si stava lì a lavorar / Esisteva in questo muro una nicchia devastata / e così all’impensata il signor Tito prese a dir / “Se voi fate riparare / questa nicchia disadorna / io compro la Madonna / che vi voglio regalar” / La Madonna della Guardia / qui poniamo in venerazione / che sarà la protezione al vicinato che sta qui / Passate appena poche ore da un parlare così pio / che la gran Madre di Dio ci ha elargito un suo favor / Una carica lezzuosa a braccia d’uomini tirata / un momento l’han fermata / per gli amici salutar / Preso un poco di riposo, la fune a terra in parte stava / nell’alzarsi ella inciampava un ragazzetto lì vicin / Partì essa e all’impensata / avvolgendo sotto il figlio / e sotto il peso in quel periglio / la Madonna lo salvò / Diè l’arme il signor Tito e d’un attimo e fermata / e da forti braccia alzata per la vittima levar / Preso il ragazzo fra le braccia / senza un lamento viene alzato / in quello stato disperato, sano e salvo si trovò / Passato l’ansia e il gran timore, venne il gaudio e l’allegria / canterellando per la via, alla scuola se ne andò / Ad un caso così strano / riconosciuto dai presenti / a meraviglia dei parenti / ringraziavano il Signor / Del discorso del mattino si adempie la promessa / la Madonna qui vien messa per la nostra protezion / Da quell’anno alla sua festa / il vicinato si raduna / quando già la notte è bruna / le sue Lodi qui a cantar / Le famiglie dei dintorni, se ne vengon schiere a schiere / unendo assieme le preghiere / alla Madre di Gesù / Ora tutti vanno a gara ad offrir fiori e lumini / tanto i grandi che i piccini la Sua festa voglion far / E la vergine del cielo / che gradisce questo omaggio / ci assisterà al passaggio / che d’in terra si va in ciel / In Paradiso tutti insieme canteremo Ave Maria / e con i Santi in compagnia nelle gioie di lassù.

Al termine della cerimonia c’è un momento conviviale, le sedie escono dalle case e sono messe a disposizione di tutti, sono serviti dei dolci e delle bibite.
Si sta in compagnia si parla si scherza, si rafforzano i legami e la solidarietà di questa comunità.
E’ il momento tanto atteso dai bambini! Dopo aver fatto incetta di dolci, finalmente liberi di scorrazzare in in una calda serata d’estate. I bambini di oggi, non sono molto dissimili da quelli che cento anni fa seguivano la funzione religiosa stretti intorno all’Edicola Votiva e poi a deporre dei lumini.
Tutti i bambini e ragazzetti al termine della commemorazione erano lasciati liberi di giocare.

A Scurratose sciu e su per a Via Vegia de Cantalù e in Ciassa. Ogni generazione di ragazzini ha avuto e so Demue, un Rubatellu, un Ballun de Strassi, na Gavardua, na Canetta ma anche zugò a Scundise o a Mandillu.

L’Edicola Votiva nel corso degli anni è stata manutenuta dalle famiglie Baglietto, Craviotto e Damele.

Nel 2005, anno del centenario della costruzione di questo manufatto religioso, l’Edicola è stata restaurata, per quanto concerne le opere murarie, grazie al lavoro delle persone del vicinato, mentre le decorazioni sono di Gerry Buschiazzo, pittore di Cantalupo.
Fu celebrata la Santa Messa e nell’aia adiacente all’edicola fu imbandita una grande tavolata.Una delle persone che oggi mantengono viva questa devozione è Antonio Magliotto un Sciambrè a cui va il mio ringraziamento per le notizie storiche.
Un sentito grazie a Monica Fazio per il suo gradito e gentile interessamento, grazie al quale è stato possibile portare a conoscenza, questa bella storia di devozione della comunità di Cantalupo.
