A Strada Rumana da Cruscetta de Cantalu’

A via Vegia de Cantalu’ continua fino ad arrivare alla Crocetta.

Qui prende il nome di Strada Romana, perchè aveva il sedime lastricato in pietra.

E’ di epoca medievale, quando già esisteva Varagine, con i suoi energivori cantieri navali bisognosi di molto legname trasportato lungo questa ed altre strade, fin sulla battigia dai boschi dell’entroterra.

Imboccata questa viabilità dalle grandi Ciappe de Pria, dopo una decina di metri c’e una svolta a destra.

A questo punto è quasi impossibile penetrare la boscaglia di erica arborea e di altri vegetali, con Francesco Canepa, cerchiamo un varco per raggiungere i resti da Strada Rumana da Cruscetta.

Brughe, Ruvei, Rue e grandi Pin da Pino’

Nascosta dalla vegetazione e sempre caratterizzata da grandi Ciappe de Pria, la Stada Romana, taglia il versante a nord est della Crocetta.

Parallela e sottostante all’attuale strada asfaltata.

Arrivata ad un pianoro, si sdoppia, in due strade una in direzione du Vino’ e l’altra sale ai Cien de Cantalù.

Queste strade sono poco indagate, ma erano non meno importanti delle viabilità principali, inutile dire che sarebbero da mantenerle libere da vegetali e fruibili.

Era una viabilità importante lo si nota dalle megalitiche pietre utilizzate per il sedime della strada.

Si voleva incutere timore a chi stava per giungere a Varagine?

Chi erano quegli esseri umani dotati di cotanta forza?

Varagine popolata dai discendenti di Ercole?

Ancora perfettamente integra è la grande ex vasca dell’acquedotto

Oggi sostituita da altre vasche interrate.

L’entrata du Rifuggio da Cruscetta della Seconda Guerra Mondiale che trapassava u Briccu da Cruscetta è stato chiuso da un muro in pietre.

L’uscita del rifugio invece è crollata.

Nei pressi del bivio, i residui di una grande discarica.

Ritroviamo un paio di palloni persi dopo un tiro maldestro

Nel campo da calcio della Crocetta giocai la mia ultima partita.

In una cartina, fotografata all’Archivo di Stato di Genova, è segnata una inestistente viabilità, che univa Castagnabuona, Cantalu’ e Casanova.

Inesistente perché in realtà quella cartina non riproduce fedelmente il territorio della nostra città

Ma poteva esistere quella viabilità?

Sembra di no, dal Vino’ alla Castagna era il nostro mondo di scorribande giovanili e non ho memoria di una strada che scendeva da Cantalupo per salire a Casanova, solo tre viottoli scendono da Cantalupo e Vino’ nella valle del Teiro

L’unico mezzo di trasporto che potrebbe unire queste due località è una funivia!

Il cartografo tardo medievale, aveva probabilmente raccolto, testimonianze locali che gli avevano riferito di un collegamento tra Castagnabuona, Cantalupo e Casanova.

È più attinente l’altra viabilità segnata nella cartina, quella che sale da Castagnabuona e che poi arriva in Teiro

In realtà per compiere questo itinerario, bisognava raggiungere i Cien de Cantalù, dove confluisce la strada in arrivo dal monte Croce di Castagnabuona e poi discendere verso Spalla d’Ursu.

Qui si poteva continuare a sinistra verso la direttrice Maequa, S. Martino.

Oppure attraversare il ponte in località Posi e in sponda sinistra del Teiro, dirigersi verso Valloia, dove si poteva salire a Cian de Banna, in direzione di Casanova.

Verso il Maequa il 7 ottobre del 1244 transito’ proveniente dal monte Croce, il papa Innocenzo IV.

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