Accadde un’Estate

Con quest’ultimo racconto del 2023, voglio ringraziare tutti coloro che mi seguono e per le belle parole di apprezzamento. Stimoli per continuare a raccontare di Varazze, della nostra storia e di quei fatti di cui se ne perde memoria.

Le storie di Francesco Baggetti e gli altri articoli pubblicati nella pagina Giaun Marti

Li potete trovare anche nel blog quellisciudateiru.com

Buon 2024!

Accadde un’Estate.

In paese non si parlava d’altro.

Ma come era possibile?

Lui, lo scapolone d’oro, si sarebbe sposato?

Quello che si vantava dicendo ” basta donne!” facendo così intendere, che di cuori femminili, ne aveva infranti molti.

I maligni, che non mancano mai nelle pubbliche piazze, in ogni pur piccolo paese, avevano di che sparlare.

A cinquant’anni poteva comodamente scegliere tra quelle che da sempre trepidavano per accaparrarselo.

Ma allora perché aveva scelto lei come sposa?

In paese tutti sapevano chi era quella donna.

C’era chi conservava ancora una copia del giornale, con la sua foto.

Ci sono cose che molti ignorano, come quelli che guardano il dito e non vedono la luna

Lui intuiva, percepiva a naso quelle dicerie.

Ma che gli importava?

Tanto tra non molto sarebbe andato via, da quel covo di vipere

E già godeva al pensiero delle loro facce, quando avrebbe messo il cartello vendesi sul portone di casa.

Andava a vivere da lei.

Bella e strana la vita.

Mai prima d’ora, avrebbe accettato di abitare in un condominio e per giunta in un quartiere di Genova, congestionato dal traffico, dove trovare parcheggio era cosa ardua, se non

impossibile.

Ma…mai dire mai nella vita.

La loro storia iniziò come un amore estivo, nato in quello stupendo, suggestivo scenario dell’alta Val d’Orba, dove lei già da ragazzina passava l’estate.

Con l’arrivo della bella stagione, molte famiglie genovesi, andavano in villeggiatura nell’entroterra, al fresco dei boschi, per “cambiare aria” come si soleva dire.

La vacanza ideale per chi abitava in una grande città

Bambini e ragazzi di Genova e dintorni, si ritrovavano tutti insieme a giocare, fare il bagno nei laghetti o a passeggiare in quelle meravigliose faggete della Val d’Orba

Tutto ebbe inizio al tramonto di quel giorno d’estate, con l’odore pungente dell’erba tagliata.

I papaveri, fiordalisi e tutti gli altri fiori, coloravano i prati, lungo quella strada, che dal Passo del Faiallo, con stretti tornanti, discende il crinale, per arrivare a Urbe.

Aveva accettato un passaggio in auto ed era felice.

Finalmente quel ragazzo si era accorto di lei!

Ma non sapeva se fidarsi del tutto, era del posto, diverso dai suoi coetanei di città.

Lui era già un uomo, forte e coraggioso, capelli neri, quella pelle sempre abbronzata con la muscolatura ben accentuata, di chi era avvezzo a lavorare all’aperto… bello!

Lei lo vedeva così e ne era segretamente innamorata.

Si conoscevano da qualche anno, frequentavano gli stessi ritrovi serali.

La vecchia cinquecento era a suo agio, in quelle stradine tutte curve, del nostro entroterra e in discesa dava il massimo!

Gli piaceva guidare con la disinvoltura di chi conosce bene la strada, con lo scopo di destar ammirazione e far colpo sulla passeggera

Ma non fu così per lei, che nel cercar di nascondere il suo mal d’auto, ottenne l’effetto opposto.

Troppo tardi per fermare l’auto e aprire la portiera

Grande fu l’imbarazzo di lei, mentre lui si prodigava in mille scuse, ben sapendo che era tutta sua la colpa.

Il fatto divenne un aneddoto da raccontare e da riderci su insieme agli amici del bar.

Bellissime quelle estati!

Poi qualcosa accadde, una sera di mezza estate, raffrescata dal marino, lui le mise la sua maglia sulle spalle.

Nessuno mai, le aveva usato quella cortesia.

La luna era alta nel cielo, nei prati il canto dei grilli, lui le prese la mano, mentre l’accompagnava a casa, e quando furono arrivati, rimasero lì per un tempo infinito a guardarsi negli occhi a sussurar parole mai dette prima.

Divennero amanti appassionati

con le parole gridate al vento e i loro vent’anni

Inseparabili a far i bagni nella diga o in quella rotonda a ballare, lui la portava con sé a funghi e a caccia, le faceva imbracciare il fucile, le insegnò come prendere la mira e a non aver paura delle armi.

Il loro non fu uno dei tanti fugaci amori estivi, che se ne vanno, come quando arriva il vento d’autunno, a far volare le foglie secche.

A fine estate, con la sua famiglia lei ritornò a Genova.

Lui con quella scatoletta a quattroruote, ogni fine settimana, era in quella grande città per stare vicino alla sua amata.

Solo la chiusura del Passo Faiallo, in caso di forti nevicate, lo tratteneva dal rivederla.

E così fu, per due bellissimi anni.

Poi i rivoli delle loro vite, presero altre direzioni.

Ebbero entrambi altre storie e amori dimenticati.

Lui restò in quel paese della Val d’Orba, anche se la sua attività di allevatore di bestiame era nella grande pianura.

Lei fece un matrimonio importante, un dirigente della fabbrica dove lei lavorava, la prese in moglie.

Ma la bella vita finì presto, troppa la differenza di età e la gelosia di lui.

A casa erano botte insulti e privazioni.

Accadde un’estate

L’avvocato puntò tutto sulla legittima difesa, da quell’uomo violento

Ma dal caricatore di quella pistola, furono sparati tutti i colpi.

La sentenza fu pesante 20 anni.

Lui era presente quel giorno in tribunale.

Era rimasto in disparte, in fondo a quel grande salone, vedeva da distante i suoi lunghi capelli, e lei piccola in mezzo a quegli uomini con la toga.

Ma poi successe qualcosa….

Ad un certo punto, come se avesse percepito la sua presenza, lei si voltò a cercarlo tra i molti presenti.

I loro sguardi si incontrarono.

La rivide quando lei, uscendo dall’aula, gli passò accanto, lui accennò un sorriso, lei gli rispose con un lampo dei suoi occhi.

Uscì dal carcere di Pontedecimo, un giorno d’estate.

Lui era lì ad aspettarla.

Si era fermato, strada facendo a raccogliere papaveri e fiordalisi.

Lui le disse

” Sai dove andiamo?”

Lei annusò quei fiori, che sapevano di libertà di cose belle, già vissute, gli sorrise e disse

” Si! Però questa volta vai piano”

Francesco Baggetti

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