
Il 6 maggio del 1998 fu arrestato Donato Bilancia.
Il suo fermo fu la fine di un incubo, confessò 17 omicidi, morì in carcere per infezione da Covid, nel 2020.
Nelle foto, il luogo di un delitto, nel Lungomare Europa, prima della galleria della Maddalena, in direzione di Cogoleto.
Qui il 9 marzo del 1998, Donato Bilancia, compi’ il suo nono omicidio.
Era una ragazza albanese, faceva la prostituta, per i media era Stella Truja.
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“Scendi un attimo, guarda il mare, ti lascio qua e me ne vado…”,
non le ho fatto capire che avrei fatto quello che ho fatto.
Le ho detto che non le
avrei fatto niente, perché non volevo che vedesse la targa, e allora a questo proposito le ho messo l’asciugamano in testa e poi le ho sparato un colpo alla nuca
La ragazza è caduta in avanti, ed è rimasta con i piedi qui, all’inizio della scarpata
Si era denudata per avere il rapporto con me, ed i suoi vestiti, rimasti in macchina sul sedile posteriore, li ho messi tutti
nel solito bidone della spazzatura, mi pare a Varazze.
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Questo triste episodio, fu uno dei 17 omicidi, che sconvolsero e crearono un clima di paura, per circa otto mesi, a Genova e nelle cittadine del ponente ligure, predilette dal maniaco per i suoi efferati crimini.
Ci fu una forte mobilitazione, da parte dei cittadini, molte le segnalazioni alle forze dell’ordine ma senza esisto.
Il 24 marzo, un’altra vittima la nigeriana Tessy Adodo, che fu brutalmente assassinata, poco lontano, in località Mulinetto, nel comune di Cogoleto.
L’omicida conosceva bene questa zona, per avervi soggiornato qualche anno prima.
Con quest’ultimo delitto, furono intensificati i controlli nell’ambiente della vita notturna, fece scalpore, la notizia delle prostitute armate di pistola.
Il pluriomicida, sentendosi braccato, cambiò strategia cercando nuove vittime, tra le passeggere dei treni.
Fu arrestato, all’uscita dell’Ospedale di S.Martino, il 6 maggio del 1998, grazie alla prova del DNA e ai controlli effettuati, tramite il portale del Telepass. Confessò tutti i suoi delitti e fu condannato a 13 ergastoli.
Furono molti i programmi televisivi e i libri dedicati a Donato Bilancia. Da cui emerse un’infanzia infelice e una vita sregolata, sconvolta dal doppio suicidio del fratello, che dopo la separazione dalla moglie, si buttò sotto a un treno, con in braccio suo figlio.
Bilancia era già un pluriomicida, ma a seguito di questo terribile gesto, inizio’ la sua maniaca ossessione, verso il sesso femminile.
Quando fu ritrovata la donna, uccisa nel Lungomare Europa, i media, cincamente, non si preoccuparono di mettere il suo vero nome.
giovane vita.


Meglio quello d’arte, più semplice da pronunciare
Ma offensivo e non rispettoso della vittima.
Il suo vero nome, era Almerina Bodejani
Come altri fatti, avvenuti nella nostra città, niente ricorda la morte di questa donna
Solo una pianta, nel luogo dell’omicido, che fiorisce ogni anno in primavera, ci ricorda che qui è stata brutalmente stroncata una giovane vita.
